“Sistema Formia”, le intercettazioni

Il comune di Formia
*Il Comune di Formia*
*Il Comune di Formia*

di Francesco Furlan e Adriano Pagano

E’ tutto marcio. E non si salva quasi nulla. E’ il quadro desolante che emerge dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno dato riscontro al lavoro di indagine della Procura di Latina che a Formia, all’interno del Comune, ha ipotizzato sussistere un’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e peculato.


Sono centinaia le conversazioni che raccontano quello che la città, quella che vive per strada e non nel Palazzo, immaginava o su cui scherzava nei bar e nei ristoranti. Chiacchiere innocenti, quasi pudiche, rispetto a una realtà dei fatti che mai come in questa vicenda supera la fantasia e getta un’ombra anche su chi, subentrato nella gestione amministrativa nel 2013, continua a tenere molto vicino a sé personaggi il cui giuramento (obbligatorio dal 2009 per i nuovi assunti nella pubblica amministrazione), “di essere fedeli alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, di adempiere ai doveri dell’ufficio nell’interesse dell’Amministrazione e dei cittadini per il pubblico bene”, sembra non solo essere posto in secondo piano e trascurato ma quotidianamente calpestato.

*La giunta Forte*
*La giunta Forte*

Come tutto fosse dovuto, in un estenuante intreccio di clientele, amicizie e parentele, la passata amministrazione guidata dal sindaco Michele Forte, sempre al limite e con il costante timore di essere scoperti da un momento all’altro, appare perseguire un disegno che stravolge il territorio dal punto di vista della sua identità paesaggistica e ambientale ma anche commerciale e sociale. Dove ogni abuso, anche il più improponibile, è possibile e reso lecito. E ogni gara, da quella per i parcheggi a quella per le panchine o le strisce pedonali e tanto altro, risulta viziata da accordi realizzati sottobanco con lavori infine eseguiti con “poca serietà, poca professionalità e poca correttezza”.

Tra Vindicio e Castellone, lungo via Vitruvio e poi al Monte di Mola, Largo Paone, Piazza Risorgimento, Gianola e Santa Croce, senza soluzione di continuità si dipana un gioco dove vige la legge del potere più forte, prevaricatore di ogni interesse pubblico e, se non allineato, anche privato, così limitando e ostacolando la libera concorrenza e la democrazia. E creando un’altra economia, riservata e protetta, che vive e prospera grazie al voto di scambio e ai politici, che a loro volta se ne avvantaggiano.

pastificio sequestroSe poi non bastassero i riscontri dei carabinieri della Stazione di Formia e del Nipaf di Latina, documentali, ambientali e telefonici, su sui si sostanziano le ipotesi della Procura, sono le parentele a disvelare il “sistema” di gestione del potere in città: dal rapporto padre figlio più noto ovvero Michele, sindaco, Aldo Forte, all’epoca assessore regionale, ai germani Erasmo, ex presidente del Consiglio comunale e ingegnere, e Rosanna Picano, comandante dei Vigili che dovrebbe controllare il primo nella sua attività professionale generando così un’evidente incompatibilità, a quello tra i cognati Benedetto Assaiante (anche cugino del vigile Favoccia), vice sindaco e assessore all’urbanistica, e il dirigente del settore sviluppo economico, Tiziana Livornese, che ne sposa il fratello.

Una fitta rete che si salda nei rapporti famigliari e poi si allarga a raggiera coinvolgendo chi incontra sul suo cammino, assegnando, e qui sta il lavoro di individuazione della Procura, ruoli più o meno preminenti nel “sistema”. Così se sono “soltanto” sei gli indagati la cui onorabilità è messa in discussione dall’ipotesi del reato associativo (Michele Forte, Roberto Guratti, Erasmo Picano, Stefania Della Notte, Antonio Calvano, Antonio Di Rocco), sono invece oltre quaranta le persone che, chi più chi meno, avrebbero partecipato all’universo descritto dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano traendone vantaggio o tentando di averne.

*Il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell'indagine*
*Il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell’indagine*

A conclusione delle indagini, in attesa delle decisioni del Giudice, di fronte a un quadro tanto allarmante e che mette fortemente in dubbio il buon funzionamento della macchina amministrativa, anche considerato i filoni che da questa inchiesta potrebbero aprirsi, è inevitabile infine riflettere, prima di andare a sottolineare i passaggi più significativi delle intercettazioni, sul ruolo che alcuni degli indagati tuttora svolgono all’interno della nuova amministrazione di cui questa da qui in avanti, se già non ne ha preso atto, dovrà tenere conto.

Se Antonio Di Rocco è attuale presidente della commissione di trasparenza oltre che presente in commissione bilancio, ambiente, servizi sociali, ed Erasmo Picano è in commissione urbanistica e cultura, entrambi, seppure di opposizione, con libero accesso agli uffici dove avrebbero promosso la maggior parte dei reati loro attribuiti, così anche la sorella del secondo, Rosanna, continua a ricoprire l’incarico di comandante dei vigili urbani e oggi, dopo l’assegnazione da parte dell’attuale sindaco, anche la dirigenza dei servizi sociali. Come lei Stefania Della Notte, ex dirigente dell’ufficio tecnico, oggi al settore ambiente e sostenibilità urbana che si dovrebbe andare ad occupare a breve della delicata nuova società municipalizzata dedicata ai rifiuti, e anche Tiziana Livornese, sempre dirigente del settore sviluppo economico. Trasferitosi poi Roberto Guratti al Comune di Gaeta dove ricopre l’incarico di dirigente all’urbanistica, ai lavori pubblici e all’ambiente, a Formia c’è ancora Italo La Rocca a dirigere il settore cultura, anagrafe e affari generali e Filippo Gionta come funzionario del settore urbanistica. E, ancora, l’ex assessore all’urbanistica e vice sindaco Benedetto Assaiante, scelto dall’attuale sindaco nel ruolo di cerimoniere, Giovanni Acampora, capo di Gabinetto, denunciato nell’ambito del chiosco WelcHome a Vindicio. E poi il maresciallo Luigi Favoccia, autista del primo cittadino, che è stato anche lui denunciato perché in concorso con l’ex sindaco, tentò di farsi promuovere nella qualifica di vigile urbano coordinatore, declassando di fatto la comandante Picano, che inoltre avrebbe minacciato qualora non fosse riuscito nel suo intento. E questo per rimanere agli incarichi più importanti tralasciando gli altri indagati in servizio al Comune in altri ruoli, subalterni ma comunque rilevanti.

Un panorama, come sottolinea lo stesso sostituto procuratore Giuseppe Miliano, “inquietante”.

 

IL SISTEMA PARTE 1