Omicidio di don Barlone, confermate tutte le condanne

*La vittima*

Tutti responsabili della rapina sfociata in omicidio. Condanne definitive per i sei imputati accusati dell’uccisione di Patrizio Barlone, ex diacono e falso prete, picchiato a morte nella sua casa di Monte San Biagio, l’8 febbraio 2015.

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi e confermato così le condanne a 18 anni di reclusione per i campani Salvatore Avola, Carmine Marasco e Antonio Imperato, a 15 anni per l’imprenditore fondano Aldo Quadrino e il campano Salvatore Scarallo, e a 10 anni per la campana Vincenza Avola.


Secondo la pubblica accusa la vittima, nota come don Barlone, era solita prestare denaro e chiedere soldi con la promessa di far ottenere posti di lavoro.

Il 29 agosto 2014 avrebbe prestato 25mila euro a Quadrino, che non riuscendo però a restituire la somma avrebbe pianificato una rapina ai danni di Patrizio Barlone.

Un progetto messo a punto insieme a Scarallo, che avrebbe reclutato gli altri.

Inizialmente alla rapina avrebbe dovuto prendere parte anche Antonello Paolella che, vista una pistola nella riunione preparatoria del colpo, svoltasi nel frantoio di Quadrino a Fondi, temendo che la situazione degenerasse aveva desistito, raccontando poi agli investigatori i contorni della vicenda.

L’8 febbraio di tre anni fa a casa di don Barlone avrebbero quindi bussato Salvatore e Vincenza Avola, chiedendo di entrare per discutere di una raccomandazione relativa a un posto di lavoro.

La donna sarebbe poi uscita, lasciando la porta aperta e facendo entrare Marasco e Imperato. Quest’ultimi, insieme a Salvatore Avola, avrebbero quindi massacrato di botte e imbavagliato, lasciandolo morire, l’ex diacono, rapinandolo alla fine solo di un calice di valore, non riuscendo a mettere subito le mani su altri beni.

Un delitto compiuto mentre, sempre secondo gli inquirenti, Quadrino aspettava il gruppo in auto e Scarallo nel frantoio scelto come quartier generale.

In primo grado Salvatore Avola, Marasco e Imperato erano stati condannati a 30 anni di reclusione, Quadrino e Scarallo a 20 e Vincenza Avola a 6, perché ritenuta responsabile solo di rapina.

In appello le condanne sono poi state ridotte per tutti tranne che per Vincenza Avola a cui, essendo stata considerata al pari degli altri responsabile anche dell’omicidio, è stata invece aumentata. E quella sentenza è ora definitiva.