E’ allarme depurazione su Ventotene e Santo Stefano, denuncia del professor Impagliazzo

Per concludere, l’impianto di depurazione, realizzato negli anni ’80, nonostante le modifiche apportate nel 2006, nella sua conformazione attuale, risulta comunque inadeguato, non in grado di non poter gestire le portate influenti nel periodo estivo ed inoltre, risulta privo di alcune importanti sezioni. I volumi di denitrificazione e di ossidazione esistenti non sono sufficienti a trattare la portata estiva, così come la dissabbiatura in quanto la profondità del manufatto non consente la precipitazione delle sabbie ed il loro conseguente accumulo nella tramoggia di fondo.

Al fine di raggiungere una funzionalità depurativa adeguata allo scarico dei reflui in acque marine protette, si evidenziano come necessari:


  1. Urgente riorganizzazione dei pretrattamenti meccanici (grigliatura media e fine, dissabbiatura e disoleazione) onde garantire il pretrattamento di tutta la portata di prima pioggia affluente all’impianto.
  2. Adeguamento dell’impianto alla tecnica dell’ultrafiltrazione attraverso membrane MBR, in sostituzione dei tradizionali decantatori secondari.
  3. Realizzazione di un nuovo volume di ossidazione con reattori di ultrafiltrazione MBR, con l’obiettivo di garantire il trattamento delle portate estive o di punta in maniera conforme agli standard fissati dalla Tab. 4 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii.

L’acqua depurata con la tecnica della chiarificazione a membrane MBR è sempre perfettamente limpida, disinfettata; in tal modo le acque in uscita potrebbero essere riutilizzate, adeguando parte delle strutture esistenti, per uso irriguo, per uso igienico-sanitario o come accumulo per antincendio, rappresentando per l’isola, priva di pozzi e sorgenti naturali, una risorsa da non trascurare.

Le problematiche relative all’attuale depurazione sono, dunque, da attribuirsi alla scelta errata sulla capacità dell’impianto insufficiente a poter trattare i reflui urbani, in particolare nel periodo estivo.