L’ex consigliere e i dubbi sulla piscina che uccide: è nata abusivamente?

L’ex consigliere d’opposizione Nicola Reale, oggi referente del movimento civico Partecipazione Attiva, alimenta i dubbi sulla piscina del Grand Hotel Virgilio, che secondo le ricostruzioni di testimoni e, quindi, inquirenti, mercoledì ha risucchiato la piccola turista ciociara morta giovedì notte a Roma. Una piscina che non è escluso possa essere nata in maniera abusiva.  


“Non vi è chi non sia rimasto profondamente turbato e addolorato dalla tragica morte di Sara Basso, la ragazza tredicenne risucchiata da un bocchettone a servizio dell’impianto di idromassaggio dell’Hotel Virgilio a Sperlonga.

In questi giorni la stampa da dato notizia che la struttura alberghiera già in passato era stata oggetto di sequestro giudiziario per irregolarità e abusi che avevano portato alla realizzazione di 70 stanze a fronte delle 30 autorizzate. Personalmente sento il dovere morale di dire pubblicamente quello che so, nell’intento di contribuire all’accertamento della verità e a rendere giustizia ai genitori di Sara.

Il 26 settembre del 2003, nel compimento del mio dovere istituzionale di consigliere comunale a Sperlonga, presentai una interrogazione al sindaco pro tempo per conosce come mai nel cantiere dove si stava costruendo l’Hotel Virgilio, risultasse recintata un’area di proprietà comunale destinata a verde pubblico e sulla quale si stavano realizzando opere di urbanizzazione primaria; chiedevo altresì di conoscere se tutti gli interventi erano stati autorizzati e da chi, se risultavano rispettati gli indici plano-volumetrici prescritti dal P.R.G. e se esistevano i nulla osta dell’Assessorato Regionale ai lavori Pubblici – trattandosi di zona sismica – e della Soprintendenza ai Beni Ambientali, trattandosi di rilevante costruzione ex novo. 

All’interrogazione non fu mai data alcuna risposta e solo tempo dopo fu possibile rilevare che in quell’area era sorta la piscina dell’Hotel Virgilio. Precedentemente a tale interrogazione, l’8 luglio, avevo rivolto domanda scritta al Comune (anch’essa rimasta senza esito) con la quale chiedevo di poter prendere visione, ed eventualmente avere copia, del fascicolo contenente gli estremi autorizzativi della concessione rilasciata per l’esecuzione delle notevoli opere di cemento armato che erano in esecuzione nel cantiere.
Forse mi feci una convinzione sbagliata, ma ho sempre pensato che anche quella piscina fosse stata costruita abusivamente”.