“Risucchiata” nella piscina dell’hotel, quattro indagati per la morte della 13enne

Quattro iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo in concorso, per la morte di Sara Francesca Basso, la 13enne ciociara venuta a mancare dopo incidente occorsole mercoledì nella piscina del “Grand Hotel Virgilio” di Sperlonga.

Un incidente incredibile: stando alle ricostruzioni, è stata praticamente aspirata da un bocchettone a servizio dell’impianto di idromassaggio. Risucchiata da una potente pompa, ingoiando così tanta acqua da morirne qualche ora dopo, in un letto del policlinico “Gemelli” di Roma, dov’era stata elitrasportata a margine dei primi soccorsi.


Ad essere indagati dalla Procura della Repubblica di Latina, con il fascicolo nelle mani del pm Valerio De Luca, l’amministratore della società che gestisce l’albergo, il 48enne nativo di Napoli ma residente ad Aversa Mauro De Martino, l’ex proprietario, nonché suocero, ovvero il 68enne imprenditore di Parete Francesco Saverio Emini, il legale rappresentante della società che costruì la piscina e il responsabile della manutenzione, questi ultimi entrambi pontini, il primo di Itri l’altro di Gaeta.

La salma della minore resta per il momento a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa dell’esame autoptico. Da cui si cercherà tra l’altro di capire se, prima di essere “rapita” da quel maledetto bocchettone, secondo i riscontri investigativi parte di un sistema non a norma con le vigenti normative, Sara sia stata colta da malore. Eventualità allo stato dei fatti non ancora esclusa.

Ieri, intanto, i carabinieri della Stazione locale hanno provveduto al sequestro sia della piscina che del vano pompe. Oltre che al recupero dalla vasca teatro della tragedia di un pantaloncino, indossato dalla 13enne e rimasto sul fondo nei concitati momenti dei soccorsi, e di una porzione della griglia che copriva il bocchettone.

Un dramma da lasciare a bocca aperta, quello che ha portato Sarà a spegnersi. Studentessa originaria di Supino e residente a Morolo, era in vacanza con la madre. Primi a soccorrerla alcuni turisti, anche loro ospiti del rinomato (e discusso, visti i sequestri degli anni precedenti) hotel del borgo rivierasco. Nello specifico un australiano e un romeno, quest’ultimo medico. Loro due, a praticarle materialmente le prime manovre di rianimazione. A seguire, l’intervento dei sanitari del 118 e la staffetta con quelli dell’eliambulanza che ha infine trasferito la ragazzina nella Capitale. Nulla da fare, però. Troppo compromesso, il quadro clinico. Pochi minuti dopo le 4 di giovedì, la constatazione del decesso.