Da Cicerone ai migranti, la lezione d’umanità di Roberto Saviano

“Ignorate l’odio, restate umani”. Parole chiare, semplici, in grado però di penetrare nel profondo l’animo di ognuno. Un messaggio che il giornalista e scrittore Roberto Saviano ha lanciato – anzi, rilanciato – giovedì sera dal palco della manifestazione Libri sulla cresta dell’onda, tenutasi a Formia e durante cui ha presentato il suo ultimo lavoro, In mare non esistono taxi.

Un’opera incentrata sull’odissea dei migranti, e che a storie, numeri e concetti affianca numerose fotografie. Un libro colmo di immagini non per vezzo stilistico, ma per rendere il dramma che racconta con una pienezza altrimenti irraggiungibile. Ad aiutare la mission di Saviano, gli scatti di Martina Bacigalupo, Olmo Calvo, Lorenzo Meloni, Paolo Pellegrin, Alessandro Penso, Giulio Piscitelli, Moises Saman, Massimo Sestini e Carlos Spottorno. La penna dell’autore partenopeo e gli occhi di questi fotografi di frontiera a dialogare insieme per rimarcare un concetto, che è poi quello che dà il titolo al libro, pubblicato dalla casa editrice Contrasto: “In mare aperto basta lo schiaffo di un’onda per ribaltare un’imbarcazione. In mare aperto non c’è nessuno e non c’è nessun taxi da chiamare. Raccontare tutto questo è difficile, smontare le menzogne è difficile, ma contro la bugia non c’è altra pratica che la testimonianza”. Saviano lo ha scritto nell’incipit, e lo ha ribadito anche nel corso della kermesse che lo ha visto ospite nel Sud pontino, giunta alla 26esima edizione ed organizzata dalla libreria Tuttilibri.


Pubblico e location delle grandi occasioni, con circa 700 spettatori a sfidare il caldo raccolti nella suggestiva cornice dell’area archeologica della Tomba di Cicerone. Ed è proprio dall’oratore romano che giovedì è partito Saviano, giunto sul posto, blindatissimo fino a tarda ora dalle forze dell’ordine, con l’immancabile scorta. L’autore, accolto dal sindaco Paola Villa e dall’assessore alla Cultura Carmina Trillino, ha prima visitato la tomba, poi si è introdotto alla folla parlando della vita – e soprattutto della morte – di Cicerone. Arrivando a un parallelismo con l’attualità, per invitare a non restare ciechi di fronte alla tragedia umanitaria in atto nel Mediterraneo (e non solo).

Un lungo monologo man mano sempre più rivolto all’oggi. Ai migranti, alle insidie delle traversate in mare, a un’invasione che dai numeri non c’è, alle fake news, all’odio dilagante. Non sono mancate stoccate al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, pur mai nominato. E non è mancata, nell’accompagnare l’appassionato discorso di Saviano, una sorta di storia per immagini dei drammi umanitari. Le foto a fare da filo conduttore tra epoche e luoghi differenti; fra dolori differenti.

C’era una delle immagini simbolo dell’Olocausto, quella del bimbo ebreo che alza le mani in segno di resa di fronte ai nazisti. Quella della bimba vietnamita che bruciava per il napalm americano. Quella del bimbo sudanese che agli inizi degli anni Novanta stava per morire per mancanza di cibo, e quindi finito sotto lo sguardo famelico di un avvoltoio. Quella del piccolo Aylan, profugo siriano annegato nel 2015. In tutta la loro crudezza, un’immagine iconica dietro l’altra. Per chiudere con quella, dello scorso anno appena, della camerunense Josefa; la “profuga con lo smalto rosso”. Per chi non la ricordasse, una signora di mezz’età al centro di una feroce campagna fatta di menzogne e complottismo. C’era chi l’aveva additata come un’attrice, si scoprì come dietro le unghie laccate al centro delle polemiche vi fosse un gesto umanizzante fatto da una volontaria, dopo che la migrante era stata ripescata in mare sotto choc.

Immagini e parole per veicolare un invito: non perdere l’umanità, per non perdere noi stessi. E gli indifferenti? “Si diventa complici”, ha detto l’autore.

In coda alla presentazione di In mare non esistono taxi, al momento della lunga fila per gli autografi, c’è stato spazio per una ‘consegna speciale’ da parte di una realtà dell’accoglienza la cui sopravvivenza è fortemente a rischio: nelle mani di Saviano è arrivata la lettera aperta inviata in questioni giorni dal centro sociale Ex Canapificio di Caserta, sede dello Sprar più grande della Campania e da mesi al centro di una querelle col Ministero dell’Interno.

A PAGINA 2 LE FOTO DELLA SERATA