L’ex assessore rompe il silenzio sulle dimissioni. E non mancano le stilettate…

Il mistero sui motivi che lo hanno portato a salutare la Giunta del sindaco Paola Villa resta intatto, ma l’ormai ex assessore al Bilancio (e al Personale) del Comune di Formia Fulvio Spertini ha comunque deciso di rompere il silenzio. Lo ha fatto con un lungo post pubblicato oggi sulla propria pagina Facebook. Un post a tratti sibillino, ma in cui tra una sottolineatura e l’altra Spertini mette ad ogni modo i classici puntini sulle “i”. Non risparmiando stilettate al primo cittadino. 

«Ho ascoltato con attenzione il sindaco nella intervista di molti giorni fa riguardo alle mie dimissioni. Ho letto – scrive l’ex assessore – articoli, commenti social e comunicati che narrano, considerano, interpretano e ringraziano. Ho letto due sere fa un commento del sindaco che non credevo potesse arrivare a tanto e di cui tralascio il contenuto in quanto è stato rimosso, che aveva la velleità di giudicare le mie dimissioni da un punto di vista psico-attitudinale. Forse perché lo scrisse a tarda notte scontava un po’ di stanchezza.


Non avendo io, sino ad ora, rilasciato alcuna dichiarazione sull’argomento, ciò che si sa è detto dal sindaco e da qualche giornalista, e se è reso verosimile non è per nulla vero. Le mie dimissioni secondo il Sindaco datano il 4 giugno cioè quando il capo di gabinetto mi telefonò per sapere se poteva protocollarle, quasi che spettasse a me accettare o meno le mie dimissioni , ma datano invece giovedì 30 maggio, quando le consegnai alla sua segreteria.

La narrazione e l’intervista dice che ci sia stata una interlocuzione tra noi dopo la consegna delle dimissioni. 
Non c’è mai stata, se si esclude un messaggino di tre righe del Sindaco dieci minuti dopo la lettera di dimissioni, al quale risposi subito in due righe. Non vedo a quattrocchi il Sindaco da quando consegnai la mia proposta di riorganizzazione dell’ente il 16 o il 17 maggio e dopo il 29 maggio nemmeno in compagnia di altri.

Altra narrazione circolante riguarderebbe il mio carattere, non disponibile a compromessi e mal disposto all’ascolto. Secondo un comunicato recente ed un articolo delle prime ore sarei inflessibile. In termini politici sarei una specie di uomo delle caverne. Analfabeta politico però buon “tecnico”. Basta poi affiancarlo al mio ruolo lavorativo precedente, se lo si condisce con la salsa del padrone delle ferriere del ‘900, tutto diventa più facile da dire e far capire in giro, in breve rende il racconto verosimile. Il commento notturno diceva tra le altre cose che io ero in disaccordo su tutto e che la mia idea era la sola per me possibile.

A smentire la mia “inflessibilità” il 25 ed il 29 maggio si sono susseguiti due incontri di maggioranza e davanti a più di venti persone, il 29, si trova “la quadra” sia sulle modifiche proposte del Sindaco sia su quelle sostanziali di Formia Città in Comune. 
Sento nell’intervista di molti giorni fa che starebbero ancora ragionandoci e però quindici giorni dopo quella riunione nessuna delibera è stata ancora approvata. Retaggi della mia inflessibilità?

La terza verosimiglianza deve veicolare come “confidenziale” la lettera di dimissioni nella quale spiego, nell’immediatezza dell’accaduto e senza annacquamento successivo il motivo delle mie dimissioni. La lettera non è per nulla confidenziale se non nella dicitura sulla busta chiusa, per assicurarmi, come si usa nelle organizzazioni con segreteria, che il destinatario sia il primo a leggerla.

Altra narrazione è la benevolenza che il Sindaco dimostra nei miei confronti quando nell’intervista dice che se tornasse alla vittoria elettorale mi rinominerebbe assessore. Nessuno può tornare indietro nel tempo e quindi anche io la rivoterei e riaccetterei con identico entusiasmo la sua nomina ad assessore. Tutto molto verosimile, ma solo vero – simile.

Ultimo atto narrativo del sindaco è, in ordine di tempo, il commento notturno ad un post che nulla aveva a vedere con l’argomento, ma che virava nei commenti sulle dimissioni. Qui il giudizio non è più verosimile e addirittura esagera, nella foga di descrivermi come un visionario complottista.

La lettera l’ho scritta la mattina dopo ciò che venti o più persone hanno potuto ascoltare non durante la discussione ma al termine di essa, dopo che l’organizzazione dell’ente era stata decisa e condivisa.

Comunque le dimissioni sono ovviamente stampate in duplice copia (destinatario e mittente) e visto che il sindaco le nasconde da quindici giorni e la interpreta a modo suo, (il che sarebbe perfino ovvio) anche io le tengo per me come faccio dal 30 maggio in cui le scrissi. Giuste o sbagliate le mie dimissioni non hanno il bisogno ne di essere interpretate ne tantomeno affiancate da una lunga storia social, basterebbe leggerle per giudicarle anche una sonora sciocchezza però vera e non più vero – simile».