Distretto socio-sanitario e polemiche: dal PD chiedono chiarimenti in Regione

La sede della Regione Lazio

Il Partito Democratico di Formia – Circolo “Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana”, per mezzo del suo coordinatore Francesco Carta ha diffuso oggi il testo di una lettera inviata ai vertici della Regione Lazio in cui si chiede di fare chiarezza sulla vicenda del distretto socio-sanitario LT/5 e, in particolare sulla disputa in merito alle gestioni del comune capofila.

Di seguito il testo della missiva.


“Formia 26 Gennaio 2019

Al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
All’Assessore alle politiche sociali della Regione Lazio
Ai Consiglieri Regionali Enrico Forte, Salvatore La Penna
Al Consigliere Regionale Giuseppe Simeone Presidente Comm. Sanità

Oggetto: vicenda del cambio del comune capofila nel distretto socio-sanitario LT/5

     E’ di questi giorni un’accesa polemica tra i Comuni di Formia e Gaeta dopo che quest’ ultimo, in data 21 Settembre 2018, è stato indicato come comune capofila del distretto LT/5. Il Comune di Gaeta ha poi richiesto l’immediato trasferimento dei sei milioni di euro che il Comune di Formia deteneva nella cassa.

Da premettere che il cambio del Capofila fu determinato non all’unanimità ma dal prevalere di una risicata maggioranza tra i comuni del distretto. In quell’occasione la discussione si fece alquanto vivace poichè fu fatto notare come la Regione Lazio avesse deliberato (delib. 934 del 28 12 2017) l’indirizzo per la costituzione dei consorzi per la gestione associata dei servizi socio-sanitari. In tale delibera vengono stanziate risorse ed incentivi per la costituzione dei consorzi e per l’assunzione di personale dedicato. Il consorzio, con sua struttura autonoma, avrebbe assicurato, così come accade dove sono stati creati, una gestione più veloce e snella, diversamente da quanto accade in tutti quei distretti in cui la gestione è affidata ai comuni capofila. Infatti anche negli altri distretti accade che diversi milioni di euro, trasferiti dalla Regione, non vengano impegnati e restino non spesi nelle casse dei comuni capofila.

Nel caso del distretto LT/5  è da sottolineare come il tentativo di mediazione (proposto dal Sindaco di Itri) di lasciare Formia capofila, avviando immediatamente la costituzione del consorzio, fu decisamente respinto dal comune di Gaeta il cui Sindaco, a fine settembre, chiese l’immediato e completo trasferimento delle risorse giacenti presso il comune di Formia. Vi è da aggiungere che tutto questo avviene nel periodo dell’anno in cui i comuni sono impegnati a formulare i bilanci e ci sono difficoltà gestionali, come nel caso dell’assistenza domiciliare, la cui gara è stata effettuata dal comune di Formia ma la gestione spetta a Gaeta, non ancora pronta a garantirne la continuità.

Il Comune di Formia ha già trasferito 1 milione e 67 mila euro al comune di Gaeta e si accinge a trasferirne ancora altri. Dunque l’attuale comune capofila (Gaeta) potrebbe far fronte ad ogni spesa per sostenere i servizi attualmente erogati, in attesa del completo trasferimento delle restanti risorse da Formia. Il Sindaco di Gaeta non intende sentire ragioni anzi sostiene che siano state commesse irregolarità contabili da parte del Comune di Formia. In tal caso il Sindaco Mitrano dovrebbe assumere la responsabilità di segnalarle agli organi competenti in materia di vigilanza sulla contabilità degli Enti Pubblici.

A tale ipotesi, inoltre, fa da contraltare l’interrogazione del Consigliere Regionale Giuseppe Simeone. In attesa che la vicenda possa essere chiarita va da sè che le dispute tra i comuni non possono ritardare o creare difficoltà nell’erogazione dei servizi. La Regione Lazio aveva visto giusto con la delibera di indirizzo per la costituzione dei consorzi che, laddove esistono, rendono puntuale l’erogazione dei servizi così come l’impegno delle risorse ad essi trasferite. Alla luce di quanto detto si chiede:

1.       alla Presidenza della Regione Lazio di fare chiarezza nello specifico sulla vicenda del distretto LT/5 e più in generale su tutta la partita delle gestioni dei capofila emanando, se del caso, apposite circolari applicative o atti d’indirizzo, in maniera da poter rendere omogenea, su tutto il territorio regionale, la qualità dei servizi erogati;

2.       ai consiglieri regionali in indirizzo, visto che il sistema premiale non ha prodotto l’effetto sperato per la costituzione dei consorzi, se non ritengano necessario adottare un’esplicita opzione normativa che imponga a) l’instaurazione di forme associative dotate di personalità giuridica, come i consorzi stessi; b) la decurtazione di risorse per i comuni inadempienti, specie se in presenza di livelli ragguardevoli ed ingiustificati di fondi non spesi”.