Patrimonio confiscato a Zangrillo, ricostruiti 23 anni di affari criminali

La ricostruzione di una carriera criminale lunga 23 anni, i rapporti con la malavita organizzata, la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato. Questi tre elementi, analizzati nel dettaglio, dopo le indagini condotte dalla Dia di Roma, hanno portato il Tribunale di Latina a confiscare al formiano Vincenzo Zangrillo un patrimonio stimato in oltre 22 milioni di euro e ad applicare al 58enne la sorveglianza speciale per tre anni, con obbligo di soggiorno a Formia.

I giudici hanno ritenuto che, “dagli atti del procedimento, emerge la sicura attuale pericolosità di Zangrillo”.


Il Tribunale ha evidenziato che il fabbro e carrozziere pontino, il 19 novembre 1993, venne indagato dalla polizia stradale di Latina, per riciclaggio, ricettazione, contraffazione e detenzione illegale di munizionamento da guerra. Il 3 maggio 1994 una denuncia per la ricettazione di un autoarticolato, il 1 marzo 1997 per ricettazione, il 29 settembre 2009 un arresto con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di autoveicoli e alle truffe ai danni delle compagnie assicurative, e il 31 marzo 2016 un altro arresto per riciclaggio. Abbastanza per far ritenere il riciclaggio e la ricettazione la “principale fonte di illecito guadagno” per Zangrillo. Affiancata però da altri business criminali, dal traffico di sostanze stupefacenti, per cui il formiano venne indagato nel 1998 e inserito in un traffico appunto di droga tra l’Italia e la Spagna, con la marijuana fatta viaggiare sui tir nascosta tra le arance, al contrabbando di tabacchi, per cui sempre il 58enne venne indagato nel 2002.

Zangrillo, secondo i magistrati, sarebbe stato inoltre legato a esponenti della criminalità organizzata. Avrebbe avuto rapporti con Giuseppe “Marocchino” D’Alterio, considerato referente dei Casalesi a Fondi, e direttamente con il clan dei Casalesi, tramite Ettore Mendico e Nicola Schiavone, insieme al quale venne denunciato nel 2008 con l’accusa di estorsione ai danni del titolare di una ditta di autotrasporti di Cisterna.

Il patrimonio confiscato al formiano, per quanto riguarda gli immobili, è distribuito tra Formia, in via Mamurrano, San Pietro, del Consorzio Industriale, Ponteritto e a Castellonorato, Minturno, Spigno Saturnia, in via Provinciale, Coreno Ausonio e Casalvieri, in provincia di Frosinone, e Sessa Aurunca. Confiscati inoltre conti correnti e polizze detenuti da Zangrillo presso le filiale del Monte dei Paschi di Siena e dell’Unipol a Formia.