La pizzeria “Ciro” a Gaeta, è ormai un punto di riferimento indiscusso per gli estimatori della vera pizza napoletana. E proprio nei giorni in cui l’Unesco ha dichiarato l’arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio dell’umanità, il proprietario Giorgio Moffa, erede di una delle più antiche pizzerie napoletane, è stato il protagonista di una vera e propria festa della pizza.
In sinergia con un altro pizzaiuolo storico Gennaro Luciano, dell’ “Antica Pizzeria Port’Alba” di Napoli, qualche giorno fa, Giorgio ha offerto ad un pubblico numeroso un viaggio nel mondo della pizza napoletana, tra tradizione ed evoluzione. Tra una pizza del settecento e un’altra tipicamente moderna, i due amici colleghi hanno raccontato con emozione e orgoglio la storia della pizza che mescola intimamente e orgogliosamente la cultura, la passione e la vita del popolo napoletano.
Un patrimonio di aneddoti, gesti e sapori che ha superato i confini di Napoli per affermarsi in tutto il mondo, perché come si può leggere nella decisione finale dell’Unesco: “Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale”.
Nelle parole di Moffa tutto l’orgoglio di questo grande riconoscimento: “Siamo felici di questo riconoscimento, perché la pizza vera, quella napoletana, è nata a Napoli e si è consacrata con il forno a legna, con una sua stesura e una sua tecnica. E oggi la tradizione sposa l’innovazione perché il pizzaioulo tradizionale è cresciuto, conosce il territorio e i prodotti di eccellenza, si è trasformato in un vero ristoratore. Gli scambi tra noi pizzaiuoli sono importanti, portano energia e nuove idee. E Gaeta merita, in un luogo così bello, che ci sia la cultura quella di sempre, partenopea che lega benissimo con l’ambiente”.
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