Verde pubblico ad Aprilia, Ncs e Apl: “Sia il Comune a pagare le nuove alberature”

Emanuele Campilongo e Sabrina Esposito Montefusco
Emanuele Campilongo e Sabrina Esposito Montefusco

“Oltretutto, appare quantomeno ingiusto, approfittare ogni volta degli slanci altruistici della nostra comunità quando il Comune ha l’obbligo di provvedere con i soldi che noi gli diamo, con le profumatissime tasse locali, come ad esempio quelle sull’immondizia lievitate nel corso degli anni nonostante il calo del tonnellaggio dei rifiuti prodotti in città. Inoltre, con la raccolta differenziata il comune ha degli introiti ulteriori che potrebbero essere destinati alla piantumazione di nuovi alberi, non solo nelle aree verdi ma anche nei quasi duecento alloggiamenti rimasti vuoti da anni, e che ora ospitano invece che un albero rifiuti ed erbacce. E’ ora di dire basta ai tentativi di ingraziarsi l’Amministrazione anche quando è indifendibile, o essa fa il suo dovere ed adempie ad esempio alla legge 10 del 14/01/13 sull’obbligo delle piantumazioni, oppure i cittadini devono essere lasciati liberi di piantare spontaneamente ciò che vogliono in ogni spazio lasciato vuoto dall’incuria di certa politica. Stante questo stato di cose, l’unica alternativa è lo “spontaneismo verde”, che noi abbiamo lanciato mesi addietro, per aggredire il cemento e il degrado riempiendo ogni spazio vuoto ma facendolo da soli, tanto i cittadini sono molto più sensati di molti dirigenti e politici locali, più danni di loro di certo non possono fare.

L’amministrazione Terra nei suoi anni di s-governo della città, ha ampiamente dimostrato che gli alberi per loro sono un peso, un intralcio, un costo. Quindi piuttosto che regalargli altro tempo e gettargli una ennesima “ciambella di salvataggio”, sarebbe opportuno lavorare chiaramente e radicalmente, al superamento di questa triste parentesi politico-amministrativa lavorando per la creazione di un blocco identitario alternativo. In questi anni hanno riempito i cittadini di chiacchiere, spargendo a piene mani “vedremo…faremo…stiamo per fare etc.” che poi si sono tradotti in un vuoto pneumatico spaventoso. E’ arrivato il momento di dare il segnale di “liberi tutti”, e di riprenderci con i fatti la nostra città recuperando intere aree lasciate al degrado e all’incuria, come abbiamo fatto ad esempio con il Muro del Ricordo di Via Monteverdi. Meglio un albero di uno spazio vuoto e abbandonato a meno che non si voglia spacciare questo sfacelo per “arte moderna”.