Export nazionale, la Provincia di Latina vera eccellenza nazionale. Boom del farmaceutico. Ecco il report

Il Settore manifatturiero

I dati complessivamente positivi del comparto industriale sono da riferirsi per la gran parte al segmento farmaceutico, il cui contributo pari a 5,3 miliardi di euro di esportazioni, spiega oltre l’80% delle vendite all’estero delle locali aziende manifatturiere. Peraltro, tale segmento registra una vigorosa accelerazione che riflette senz’altro gli investimenti che le grandi multinazionali stanno effettuando nella nostra provincia in termini di sviluppo tecnologico ed innovazione degli impianti produttivi, collocando il polo chimico-farmacautico pontino al primi posti su scala nazionale per la produzione di farmaci nel campo dell’immunologia, dell’oncologia e dei prodotti per la cura dell’epatite c. D’altronde, il comparto è un fiore all’occhiello dell’intero settore manifatturiero italiano e non solo locale, in virtù della alta qualità di standard degli impianti, dell’alta qualità del capitale umano impiegato (per la maggior parte con titolo di studio elevato) e dei notevoli investimenti in R&S effettuati, oltretutto con una incidenza inevitabile sull’indotto rappresentato da imprese operanti nella chimica, meccanica e imballaggi. Gli ingenti investimenti per la produzione di alcuni prodotti farmaceutici di primissima importanza, per i quali sono stati acquisiti brevetti d’esclusiva in termini di produzione da parte di società leader a livello mondiale presenti con stabilimenti operativi sul nostro territorio sta generando positive evoluzioni che avranno ricadute socio-economiche significative di medio periodo.


Cresce, dunque, l’avanzo commerciale del settore farmaceutico, che sfiora i 2 miliardi di euro nel 2015, in deciso incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+33,62%), determinato in maggior parte dalle destinazioni europee. Positiva anche la significativa inversione di tendenza della lavorazione dei metalli: 240 miliardi di merce venduta oltre confine, per un avanzo con l’estero positivo per oltre 10 milioni di euro (a fronte del deficit di 78 milioni riferito al 2014).

Diversamente, occorre segnalare in deciso crollo delle vendite all’estero della Chimica di base: 155 milioni di euro il valore delle merci esportate, per una flessione del 60% sui dodici mesi precedenti; rimanendo in tale ambito, gli Agrofarmaci e altri prodotti chimici per l’agricoltura mostrano invece performance positive (+12, 2% le vendite sui mercati esteri).

Complessivamente stazionaria sui 187 milioni di euro l’industria alimentare, sebbene per alcuni segmenti gli esiti siano in controtendenza (Oli e grassi vegetali e animali, in flessione del 14%, e Prodotti da forno e farinacei, anch’essi in calo del 30% circa).

In relazione ai mercati di sbocco dell’export del settore manifatturiero, come di consueto, è l’Europa che assorbe la maggior parte delle vendite locali, con una incidenza superiore al 90%. Al secondo posto il cliente migliore è il continente americano, che importa più del 5% dei prodotti manifatturieri destinati all’estero. In sintesi i dati sono raggruppati nella sottostante tabella:

Prendendo in considerazione le due aree territoriali più significative in termini di scambi commerciali, in relazione a quanto sopra indicato, si evidenzia che la bilancia commerciale nei confronti del continente europeo è nettamente in attivo, per un saldo positivo superiore ai 661 milioni di euro circa, il doppio rispetto ai dodici mesi precedenti; mentre i flussi verso il continente americano mostrano un deficit per 25 milioni di euro circa, determinato dai maggiori acquisti di prodotti della chimica di base e farmaceutici. Al riguardo, la presenza di stabilimenti di grandi aziende americane e ai relativi approvvigionamenti di composizioni farmaceutiche ha senz’altro contribuito alla ricomposizione delle importazioni dagli USA verso la nostra provincia.

Si riducono la vendite verso le destinazioni asiatiche della chimica di base e dei macchinari e contestualmente crescono le importazioni di articoli farmaceutici e di apparecchi elettrici; la composizione di tali dinamiche determina un saldo commerciale ancora positivo per 11 milioni di euro, sebbene in significativa contrazione (a fronte dei 79 milioni di euro riferito al 2014).

Si evidenzia inoltre che, nel corso del 2015, la performance dei metalli di base e altri prodotti in metallo è stata fortemente influenzata dal sensibile miglioramento della bilancia commerciale con il continente africano, nei confronti del quale sebbene il saldo si mantenga in area negativa, si è sensibilmente ridotto (31 milioni di euro, a fronte degli oltre 117 milioni nel 2014). Al riguardo, la destinazione che ha avuto la maggiore incidenza in relazione agli scambi commerciali del comparto è stato il Mozambico, paese esportatore di alluminio e ferro, nei confronti del quale si è assistito ad una contrazione notevole degli acquisti da parte delle aziende locali; altrettanto è avvenuto nei rapporti con l’Egitto, probabili effetti dell’instabilità politica dell’area.

Il Settore agricolo

Nel corso del 2015 le vendite all’estero dei prodotti agricoli superano i 147 miliardi di euro, per una crescita del 8,11% rispetto ai dodici mesi precedenti ed in controtendenza rispetto alla flessione registrata lo scorso anno (-5,5%).Al riguardo, è l’ortofrutta (AA011- Prodotti di colture agricole non permanenti), che rappresenta oltre i 2/3 dei valori esportati, a sostenere tali dinamiche, le quali risultano positive anche per le culture permanenti (prevalentemente kiwi), pari a circa 1/5 dei prodotti agricoli locali collocati sui mercati esteri.

A determinare la crescita sopra riportata è il mercato europeo che, con acquisti che superano i 135milioni di euro, rappresenta per questioni di maggiore prossimità il principale mercato di sbocco (oltre il 90% dell’esport locale). In particolare, il primo partner commerciale è la Germania che acquista circa la metà della merce in partenza dalla nostra provincia; a notevole distanza la Polonia e la Francia, per una quota ciascuno intorno al 10%. Diversamente, Spagna e Paesi Bassi sono i nostri principali fornitori, atteso che per i porti spagnoli transitano molti prodotti provenienti dal continente africano per essere collocati nei diversi mercati europei. Si vivacizzano anche i flussi verso il mercato statunitense e verso le destinazioni asiatiche (in primis l’Arabia Saudita). Per quanto attiene il continente africano, mercato prevalentemente di approvvigionamento per la nostra provincia, gli acquisiti sono costituiti per la gran parte da “piante vive” e, a seguire, l’ortofrutta. La sintesi dei flussi con l’estero espressa in termini di bilancia commerciale agricola mostra un avanzo targato 2015 che , sebbene si mantenga positivo, si riduce a 59 milioni euro, a fronte dei 66 registrati nei dodici mesi precedenti.

Conclusioni

Come illustrato nella breve analisi su esposta, anche il 2015 si è chiuso con risultati positivi in termini di export a tutti i livelli territoriali. A questo proposito si deve sottolineare ancora una volta, come è emerso anche dalle relazioni riferite ai periodi precedenti, quanto i risultati evidenziati siano soddisfacenti in particolar modo per la provincia di Latina, che costantemente mette a segno performance sui mercati esteri di assoluto rilievo. Tale affermazione può essere meglio valutata osservando il grafico successivo, nel quale si confrontano le dinamiche delle vendite all’estero su scala nazionale, regionale (escludendo Latina) e provinciale, nel periodo che va dal 2008 al 2015:

Peraltro, se per la nostra provincia si registra, come ampiamente sottolineato, una ragguardevole crescita dell’avanzo commerciale con l’estero, diversamente, su scala nazionale alla crescita delle esportazioni si affianca il concomitante aumento delle importazioni, determinando il contenimento del saldo della bilancia commerciale a livello delle singole ripartizioni, fatta eccezione per il nord-est italiano che, diversamente mette a segno un importante miglioramento dell’avanzo con l’estero. In un certo senso tale aspetto è positivo, in quanto indicativo di una ripresa dei consumi interni. Ad ogni buon conto, nei prossimi mesi si potrà vedere se il rallentamento della crescita di un gigante mondiale come la Cina, alle prese con problemi collegati all’enorme debito pubblico accumulato, e di altri paesi emergenti come il Brasile avranno ripercussioni sul commercio mondiale. In un prossimo futuro, inoltre, i commerci mondiali saranno influenzati anche dal recente accordo transapacifico (TPP – Trans Pacific Partnership) stipulato nel mese di ottobre 2015, che porteranno delle notevoli novità in tema di liberalizzazione degli scambi commerciali. Si tratta, dunque, di scenari in continua evoluzione, con i quali occorre fare i conti, senza peraltro dimenticare che, al momento, le prospettive di crescita globale non sono delle più rosee.