Elezioni a Formia, ecco le polemiche social e i dibattiti pubblici

Il Comune di Formia

A meno di due settimane dal silenzio elettorale, finalmente si infiamma un po’ la campagna elettorale formiana. Oltre alla battaglia dei manifesti, l’attesa per i dibattiti tra gli aspiranti primi cittadini – quelli annunciati dell’Azione Cattolica il 27 maggio e quello della Confcommercio del 5 giugno – il periodo antecedente al voto si sta caratterizzando per la prima campagna elettorale definibile “social” anche nell’accezione delle elezioni comunali.

Tutto si riduce a un’accusa incrociata, un tentativo di recuperare consenso sconfinando sul territorio del dirimpettaio politico. Ultimi protagonisti di questa attività social, che sta davvero caratterizzando lo scambio di accuse e posizioni politiche più o meno velate, il centrosinistra di Marciano e il civismo della Villa. Accuse che senza entrare troppo nel merito, potrebbero essere spiegate come una lotta sull’osso di quell’elettorato già spolpato dagli ultimi anni di amministrazione comunale sotto il nome di Bartolomeo. Il centrosinistra, di cui il Pd è formazione egemone, accusa le civiche di voler puntare a raccogliere consensi in un’area politica non propria, mentre questi rispediscono ai Dem il fatto di aver governato nell’ultimo periodo con Forza Italia.


Colpi bassi, anche in casa centrodestra dove l’ex forzista Merenna le sta cantando ai suoi ex alleati e contro il suo candidato a sindaco Cardillo Cupo. Tutti colpevoli – secondo l’ex amministratore – di averlo escluso dalle liste quando già aveva tutto pronto per la competizione.

Una campagna elettorale, per ora comunque abbastanza “tenera”. Con i pentastellati di Romano che probabilmente attendono l’onda lunga dell’ipotetico governo nazionale – che ancora non si sa se partirà – a suon di streaming. E gli altri due civici di tradizione moderata che vedono Taglialatela e Conte alle prese con un elettorato, quello di centrodestra, il quale ricompattato attorno a Cardillo Cupo, va scalfito per non farlo trionfare al primo turno.

Nelle sedi di partito, infatti, come una volta accadeva nei piccoli comuni, sono già intenti ad incrociare i dati delle ultime amministrative con il sentore dei propri elettori. Molti danno proprio l’avvocato in vantaggio, forte delle tante liste in suo supporto. Ma il problema sono il 50% più uno dei voti necessari al primo turno. Numero di voti, che con sei candidati in campo e coalizioni e schieramenti così forti è difficile che qualcuno possa superare. Ma soprattutto dato che porta a rivolgere lo sguardo altrove, su chi potrebbe diventare il numero due della corsa, determinante – se non addirittura favorito – nell’ipotetico secondo turno. Un ballottaggio che a Formia già in molti hanno ribattezzato dal “sapore divino”, poiché capiterebbe il 24 giugno, data della festa di San Giovanni.