A giudizio per non aver somministrato un’antitetanica cinque medici di Minturno e Formia

Accusati di aver provocato la morte di un paziente, per non avergli somministrato un’antitetanica, cinque medici degli ospedali di Minturno e Formia sono stati rinviati a giudizio. A perdere la vita, nel 2011, fu Giovanni Corelli, ex autista del Cotral, di 73 anni, minturnese.

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*Ospedale Dono Svizzero di Formia*
L'ex ospedale di Minturno
L’ex ospedale di Minturno

Il 22 maggio di quell’anno l’anziano cadde da una scala mentre stava potando un albero su un suo terreno, in via Sauro, si ferì alla testa e la ferita entrò in contatto col terreno. Per tre volte il 73enne si recò nel punto di primo soccorso di Minturno e al pronto soccorso di Formia. Poi, il 7 giugno, venne trasferito all’ospedale “Cotugno” di Napoli. Soltanto in quel momento l’ex autista sarebbe stato sottoposto a profilassi antitetanica e, essendo ormai diffusa l’infezione da tetano, morì.


I familiari presentarono una denuncia e il pm Gregorio Capasso ha chiesto e ora ottenuto dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Matilde Campoli, il giudizio per Giovanni Malaspina, di Mondragone, Cosimo Perrone, di Scauri, entrambi all’epoca in servizio a Minturno, Luigi Giacomo Fusco, di Mondragone, Donatella Fava, di Carinola, e Ferdinando Dello Vicario, di Napoli, in servizio a Formia.

Il processo ai cinque medici, difesi dagli avvocati Angelo Palmieri, Orlando Mariani, Luigi Coronella, Daniela D’Orso, Mattia Aprea e Giuseppe Criscuolo, inizierà il prossimo 28 maggio, davanti al giudice del Tribunale di Latina, Luigi Varrecchione. I familiari della vittima, la moglie Antonietta e i figli Michele, Maria Luisa e Lucia, si sono intanto costituiti parte civile, tramite gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Roberto Palermo, chiedendo un risarcimento di 500mila euro. “Morire nel 2011 per l’omissione di una banale antitetanica può ormai accadere solo nel sud pontino”, ha dichiarato l’avvocato Cardillo Cupo.