Ragazza di Latina con danni al cuore, l’avvocato: “Forse è stato il vaccino anti-Covid”

Nel 2021 e 2022 una ragazza di 24 anni di Latina si sottopose al vaccino anti-Covid. Subito, disse, accusò malessere generalizzato ed affaticamento. Qualche mese dopo i medici le diagnosticarono lo “…scollamento pericardico a carico della parete laterale del VS e di dubbia falda di versamento pleurico sinistro…”.

La grave patologia cardiaca rilevata dall’ecocardiogramma era uno dei rischi espressamente previsti nella scheda informativa del vaccino somministrato: “…Possibili effetti indesiderati… infiammazione del rivestimento esterno del cuore (pericardite) che possono causare respiro corto, palpitazioni o dolore toracico…”.


Per l’avvocato Renato Mattarelli, a cui si è rivolta la giovane per ottenere il risarcimento dei danni, “non v’è dubbio che vi siano elevate probabilità che la vaccinazione sia la causa della pericardite e del versamento pleurico”.

“Prima della vaccinazione la giovane era una attiva sportiva che si sottoponeva regolarmente a visite ed esami cardiologici con esiti di ottima salute. Invece, dopo la prima e la seconda dose del 2021 e il booster del 2022, la salute della giovane ha iniziato a peggiorare ed aggravarsi progressivamente”.

“Oggi non solo non può più svolgere le proprie attività sportive ma ha difficoltà anche a salire una rampa di scale, deve sottoporsi a controlli serrati e inizia ad accusare i sintomi di una depressione post-traumatica da stress visto che anche la qualità e le sue abitudini di vita è cambiata”.

“A 24 anni – continua l’avvocato – la vita della giovane ha subito una improvvisa svolta che l’ha trasformata (riferisce la danneggiata) da una sportiva e dinamica ragazza, con tutta la vita davanti ad una ‘pre-pensionata’ che deve fare i conti con le sue limitate risorse fisiche!”.

“Questi danni (che al momento sono stati richiesti dall’avvocato Mattarelli con una prima domanda di indennizzo legge n. 210/1992 in favore proprio dei danneggiati da vaccinazione e che prevede un assegno mensile a vita, ndr) saranno richiesti anche in Tribunale per il risarcimento integrale che tenga conto di tutti i pregiudizi subiti dalla giovane: oltre ai danni alla salute e alla forzata modifica delle proprie abitudini di vita saranno chiesti i danni patrimoniali visto che la giovane appena laureata non potrà (viste le condizioni di salute) intraprendere alcune professioni e lavori che richiedono il trasferimento all’estero”.

Per il legale della giovane (oltre alla responsabilità del Ministero della Salute, dell’Aifa che hanno autorizzato i vaccini e delle farmaceutiche produttrici di quelli somministrati: Pfizer e Moderna) “sono ravvisabili responsabilità dei sanitari che hanno inoculato la vaccinazione a Latina”.

La 24enne aveva infatti scritto nella scheda anamnestica da consegnare ai medici di soffrire di “…soffio al cuore…”, di accusare “…mal di gola/perdita dell’olfatto o del gusto…” e che due mesi prima era risultata positiva al test degli anticorpi Anti-Sars-CoV2. “Ciononostante, veniva comunque sottoposta a vaccino”.

“Anche dopo i primi sintomi post vaccinali successivi all’inoculo della prima dose del 2021 (malessere generale, affaticamento ed affanno) di cui la giovane informava i medici, la giovane veniva vaccinata con la seconda dose”, prosegue l’avvocato Mattarelli. Dalla documentazione deposita dall’avvocato Mattarelli per la domanda di indennizzo legge n. 210/1992 risulta anche che, prima della somministrazione della dose cosiddetta booster, la ragazza informava i medici di essere stata a contatto, nei trenta giorni precedenti, con persone contagiate da Covid-19 e di accusare “…mal di gola/perdita di gusto/olfatto…”. Eppure, i sanitari di Latina avrebbero proceduto alla vaccinazione in violazione della Raccomandazione del 3.03.21 del Ministero della Salute, per cui è “…possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARS-CoV-2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV-2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica), purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa…”.

Nel ricorso per l’indennizzo legge n. 210/1992, l’avvocato Mattarelli ha evidenziato come le complicanze cardiologiche e cardiovascolari, come quella della giovane pontina, post-vaccinazione con Comirnaty (Pfizer) e Spikevax (Moderna) abbiano “trovato riscontro in molti studi condotti da autorità nazionali (AIFA) e internazionali (Pharmacivingilance Risk Assessment Committee-PRAC dell’European Medicines Agency) competenti”.

Il legale è sicuro: “Quello della 24enne di Latina è uno dei tanti casi di danni associati o compatibili con la vaccinazione. In ogni caso, saranno le autorità sanitarie e giudiziarie a stabilirne il nesso causale”.