Elezioni regionali: è sfida D’Amato-Rocca ma mancano i 5 stelle

La sede della Regione Lazio

Si vota il prossimo 12-13 febbraio, manca davvero poco alla scadenza elettorale, a maggior ragione se si considera che di mezzo ci sono le festività natalizie e che a ridosso del periodo festivo si dovranno presentare le liste e le candidature.

A Roma, e non solo, gli occhi sono rivolti alle figure che ambiscono a diventare presidente e a guidare le coalizioni che puntano ad imporsi elettoralmente. La sfida, al momento è centrosinistra-centrodestra. Da una parte l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato, che ha avuto la propria affermazione politica essendo il primo assessore regionale dopo l’uscita dal commissariamento e che ha avuto la propria visibilità e caratura istituzionale grazie alla gestione dell’emergenza Covid e che ha messo d’accordo Azione-Italia Viva e Partito Democratico. Dall’altra, l’ormai ex numero 1 della Croce Rossa, ovvero Francesco Rocca che ha fatto sintesi tra i tre principali partiti di Governo, ovvero Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.


Il Lazio è da sempre una Regione spartiacque per la politica nazionale e il vento in poppa del centrodestra fa ben sperare gli alleati della maggioranza alle Camere di poter riconquistare l’istituzione amministrata per due mandati da Zingaretti. Ma i sondaggi e la sensazione generale danno una partita abbastanza aperta, anche perché il rischio è che il “terzo polo” composto in questo caso da Movimento Cinque Stelle e una parte della sinistra rimanga marginale nella competizione. 

Siamo ormai arrivati a Natale e i Cinque Stelle non sono ancora riusciti ad individuare una candidatura di spessore in grado almeno di impensierire le altre due. Pare che nel partito, e nell’intera coalizione ci sia scetticismo a tal punto che nessuno voglia immolarsi nella consapevolezza che sarebbe comunque una sfida per arrivare terzi. Bruciate – o per meglio dire glissate – le candidature “televisive” di Bianca Berlinguer e Luisella Costamagna sembra che in campo, a sinistra di D’Amato, sia rimasto solo il nome di Alfonso Pecorario Scanio.