Controllata la posta in carcere al terrorista Battisti

Corrispondenza da sottoporre a visto di controllo.

Il provvedimento a cui è stato sottoposto il terrorista Cesare Battisti, originario di Sermoneta, dopo essere stato avallato dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, è stato avallato dalla Corte di Cassazione.


Il magistrato di sorveglianza, dopo aver evidenziato che Battisti è stato condannato per più omicidi commessi per finalità di terrorismo, nella veste di appartenente al gruppo dei Proletari armati per il comunismo, ha sostenuto che il detenuto ha avuto una fitta attività epistolare “di chiara connotazione eversiva”.

Il Tribunale di sorveglianza, preso atto che i Pac hanno operato in particolare contro l’Istituzione carceraria, hanno inoltre sottolineato che Battisti ha mantenuto i contatti con soggetti legali a tale ambiente, “posto che lo stesso per due volte era riuscito a evitare l’esecuzione della pena in Italia, rimanendo latitante per molti anni”.

E ha sostenuto che tale circostanza, “unitamente al fatto che Battisti aveva sempre manifestato ostilità nei confronti dello Stato e delle istituzioni carcerarie, giustificava la sottoposizione della corrispondenza a visto dì controllo e, quindi, il rigetto del reclamo”.

Tesi condivise dalla Cassazione, che ha rigettato il ricorso del pontino.