Finanziere con paletta “taroccata”, ma era vera: assolto

A circa cinque anni di distanza dai fatti contestati, è arrivata l’assoluzione per un cinquantenne finanziere in servizio a Formia. Era stato denunciato dai suoi stessi colleghi della Compagnia formiana nel 2017, quando, in seguito ad un esposto, sul cruscotto dell’auto che aveva in uso, parcheggiata a Gaeta, era stata rinvenuta una paletta che presentava segni distintivi falsi.

L’imputazione era quella di aver fabbricato o comunque posseduto uno strumento distintivo in uso alle Fiamme gialle palesemente taroccato. Nel corso del processo, celebratosi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Cassino, la difesa dell’uomo, rappresentata dagli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Mariargentina Ruggiero, ha dimostrato come – contrariamente a quanto sostenuto dai militari della guardia di finanza – non vi fosse alcuna prova della contestata falsificazione.


Infatti, quello che per i militari era un chiaro segno della falsità, ovvero la dizione stampata sulla paletta (Ministero delle Finanze) in luogo della dizione ritenuta corretta (Ministero dell’Economia e delle finanze) non era dovuta nient’altro che alla circostanza che il militare, ingiustamente denunciato, era in servizio da prima del 2001, quando esisteva il solo Ministero delle Finanze, circostanza che spiegava l’equivoco.

Il pubblico ministero nel corso della discussione aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione, mentre la difesa insisteva per l’assoluzione. Dopo la camera di consiglio, il giudice ha assolto il militare per non aver commesso il fatto, disponendo il dissequestro e la restituzione allo stesso della paletta.