Concorsopoli Asl, la versione dell’assessore regionale D’Amato

Alessio D'Amato, Assessore alla Sanità della Regione Lazio

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Rispondendo in aula alle domande del pm Valerio De Luca, delle difese, dei legali di parte civile e dello stesso presidente del collegio giudicante Aldo Morgigni, nel processo sulla cosiddetta concorsopoli Asl, l’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato ha riferito sulle sollecitazioni che avrebbe ricevuto per far ottenere la nomina di direttore amministrativo a Claudio Rainone.


L’esponente dem ha poi parlato delle informazioni avute sul contestato concorso e sull’operato della Regione per far luce sulla vicenda.

Imputati, oltre a Rainone, l’ex senatore ed ex segretario provinciale del Pd, Claudio Moscardelli, e il dirigente sanitario Mario Graziano Esposito.

Rainone ed Esposito sono accusati di falso nella veste di presidente e segretario della commissione esaminatrice nel concorso pubblico per 70 assistenti amministrativi e di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Un reato quest’ultimo di cui, insieme a Rainone, per il secondo concorso, quello da 23 posti da amministrativo, è accusato anche Moscardelli.

Rainone, secondo gli inquirenti, avrebbe rivelato i temi della prova orale a sei candidati, due dei quali a lui indicati dall’ex senatore.

Una vicenda per cui i due imputati sono accusati anche di corruzione.

Per i magistrati, Rainone avrebbe fatto infatti le soffiate a Giuseppe Tomao, all’epoca dei fatti presidente dem del consiglio comunale di Minturno, e a Matteo Di Domenico, figlio della presidente dem del consiglio comunale di Gaeta, Pina Rosato, in cambio dell’interessamento di Moscardelli per la sua nomina a direttore amministrativo dell’Asl.

“Del concorso – ha sostenuto D’Amato davanti al Tribunale di Latina – venni a sapere dalla stampa e da alcuni esposti di organizzazioni sindacali. Chiesi alla Direzione regionale competente di approfondire. La Direzione chiese quindi all’Asl di fare delle rettifiche e di adottare tutte le procedure idonee, tra cui la sospensione e infine la revoca della prova”.

Negando di conoscere Rainone, l’assessore regionale ha quindi aggiunto che gli venne chiesto da Moscardelli di valorizzare quel dirigente e che a tal fine vi fu anche un incontro con l’ex senatore e con i consiglieri regionali Enrico Forte e Salvatore La Penna.

“Io ho sempre detto che quella del direttore amministrativo è una scelta di esclusiva competenza dei direttori generali”, ha specificato D’Amato.

La politica però si rivolgeva a lui anche per quella scelta.

“La politica locale tende sempre a valorizzare i professionisti locali”, ha spiegato.

Il 16 giugno prossima udienza per ascoltare un ufficiale che ha seguito le indagini.