Elezioni comunali 2021, 12 comuni alle urne: come si vota

Una tornata elettorale molto ricca in provincia di Latina tra Amministrazioni arrivate a scadenza naturale e diverse che hanno concluso anticipatamente la consiliatura con un commissariamento.

Nel territorio pontino sono ben 12 i comuni al voto: oltre alla città capoluogo di Latina, ci sono Formia, Minturno, Sezze e Cisterna di Latina (sopra i 15 mila elettori) e Itri, Sperlonga, Castelforte, Norma, Pontinia, Priverno, Roccasecca dei Volsci.


Domenica 3 ottobre dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15 seggi aperti. Possono votare i cittadini residenti con pieni diritti civili e politici in possesso di documento di riconoscimento valido e tessera elettorale.

La differenza è che nei comuni “grandi”, viene eletto sindaco al primo turno solo chi ottiene il 50%+1 dei voti espressi. Se nessuno li ottiene si passa al secondo turno, definito anche di “ballottaggio” tra i due che alla prima tornata hanno ottenuto il maggior numero di voti. Le elezioni in questo caso vengono celebrate a 15 giorni dalla prima tornata e quindi domenica 17 e lunedì 18 ottobre. A correre questo rischio, se così si può dire, ci sono Latina, Formia, Minturno, Sezze e Cisterna.

Negli altri centri, il sistema elettorale è molto più semplice in quanto il candidato sindaco che ottiene il maggior numero di voti viene in automatico eletto primo cittadino.

Parallelamente si gioca anche la partita per il rinnovo dei consigli comunali, perché bisogna ricordare che nelle elezioni comunali non si elegge solo il sindaco bensì anche la massima assise civica. Nei comuni con elettori superiori alle 15 mila unità tale voto può anche essere “disgiunto“, ovvero che l’elettore può votare un candidato sindaco di una coalizione il candidato consigliere o i candidati consiglieri (massimo due a patto che siano di genere diverso) di un’altra coalizione. Il voto disgiunto non vale nei comuni al di sotto 15 mila elettori.

COME SI VOTA

Agli elettori verrà consegnata la consueta scheda blu.

Nei comuni superiori a 15 mila elettori, il “potere” elettorale messo nelle mani dei cittadini permette a questi di esprimere fondamentalmente due voti:

– Votare per il Sindaco
– Esprimere il voto per una lista. In questo caso, se si vuole c’è la possibilità di esprimere una o due preferenze; se decide di esprimerne due deve essere garantita la parità di genere (uomo/donna o donna/uomo) pena l’annullamento della seconda o di entrambe.
È pertanto valido barrare il nome del candidato sindaco di una coalizione e una lista in suo supporto, con la possibilità anche di esprimere le eventuali preferenze.

È altrettanto valido il voto che prevede la preferenza espressa a un candidato sindaco di una coalizione e alla lista (e alle eventuali rispettive preferenze) di un’altra coalizione.

Se si decide di dare il voto di lista (con o senza le eventuali preferenze per i candidati consiglieri) e di non barrare alcun candidato alla carica di sindaco, automaticamente il voto andrà al candidato sindaco collegato alla lista per cui si è espresso il voto. Di contro, se si decide di dare il voto solo a un candidato sindaco, la preferenza alle liste in suo supporto per il consiglio comunale non vengono assegnate.

È ovvio che barrare più liste o più candidati a sindaco portano all’annullamento del voto.

Più semplice la situazione nei comuni piccoli, ovvero quelli con un elettorato inferiore alle 15 mila unità.

In questo caso i cittadini hanno sempre la possibilità di esprimere due voti (quello al sindaco e quello alla lista che lo sostiene, se si vuole dando le preferenze), ma questi due voti non possono essere “separati”. Pertanto non è possibile votare un candidati sindaco e un candidato consigliere di un’altra lista.

Si può dunque votare il solo candidato sindaco, mandando direttamente il voto anche alla lista che lo sostiene.

Ma si può esprimere anche solo il voto alla lista, dando indirettamente anche quello al candidato sindaco collegato.

Inoltre si può dare il voto alla lista esprimendo una o due preferenze, garantendo la parità di genere (uomo/donna o donna/uomo).

È ovvio, anche in questo caso, che barrare più liste o più candidati a sindaco portano all’annullamento del voto.