Concorsopoli Asl, giudizio immediato per Moscardelli

Giudizio immediato per l’ex senatore dem Claudio Moscardelli e per i dirigenti Asl, Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito, coinvolti nell’inchiesta sulla cosiddetta concorsopoli, relativa alle spintarelle date a tanti “figli di” in due selezioni gestite dall’Azienda sanitaria per l’assunzione di personale amministrativo.

Il gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, ha accolto la richiesta avanzata dal procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e dal sostituto Valerio De Luca di mandare i tre indagati a processo saltando la fase dell’udienza preliminare.


Un processo fissato, davanti al Tribunale di Latina, per il prossimo 21 ottobre.

Nello specifico, Rainone ed Esposito sono accusati di falso nella veste di presidente e segretario della commissione esaminatrice nel concorso pubblico per 70 assistenti amministrativi e di rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Un reato quest’ultimo di cui, insieme a Rainone, per il concorso da 23 posti da amministrativo, è accusato anche Moscardelli.

Rainone, secondo gli inquirenti, avrebbe infatti rivelato i temi della prova orale a sei candidati, due dei quali a lui indicati dall’esponente del Pd.

Una vicenda per cui i due indagati sono accusati anche di corruzione.

Per i magistrati, Rainone avrebbe fatto infatti le soffiate a Giuseppe Tomao, all’epoca dei fatti presidente dem del consiglio comunale di Minturno, e a Matteo Di Domenico, figlio della presidente dem del consiglio comunale di Gaeta, Pina Rosato, in cambio dell’interessamento di Moscardelli per la sua nomina a direttore amministrativo dell’Asl.

Un patto che avrebbe portato l’ex senatore a difendere Rainone tanto davanti all’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato che alla manager dell’Asl di Latina, Silvia Cavalli.