Voti comprati dal clan: l’eurodeputato Adinolfi interrogato dall’Antimafia il 20 luglio

Foto Archivio: Matteo Salvini con Matteo Adinolfi

Martedì pomeriggio i carabinieri del Nucleo investigativo di Latina e del reparto territoriale di Aprilia, congiuntamente a personale della Squadra Mobile, hanno notificato a Matteo Adinolfi l’avviso di garanzia per l’inchiesta legata a un presunto voto di scambio tra mafia e politica

Dal 26 maggio 2019 eurodeputato per il gruppo in quota Lega ‘Identità e democrazia’, e già consigliere comunale e provinciale leghista, Adinolfi è accusato di essere il destinatario di un pacchetto di voti comprato dal clan rom dei Di Silvio da parte dell’imprenditore nel settore dei rifiuti Raffaele Del Prete e del suo stretto collaboratore Emanuele Forzan, arrestati in mattinata.


Adinolfi è stato contestualmente invitato a rendere interrogatorio davanti i pubblici ministeri della Procura Distrettuale Antimafia di Roma per il giorno 20 luglio.

“In particolare, è stato dimostrato che in occasione delle elezioni del 5 giugno 2016 per il rinnovo del consiglio comunale di Latina Adinolfi, con la mediazione di Del Prete e Forzan, aveva accettato la promessa di Agostino Riccardo, soggetto appartenente all’organizzazione mafiosa dei Di Silvio, di procurare alla lista ‘Noi con Salvini’ e al medesimo politico almeno 200 voti tra gli elettori residenti nei quartieri controllati dal clan”, affermano dal Comando provinciale dell’Arma.

“Lo scambio elettorale politico-mafioso – continuano i carabinieri – era funzionale alle strategie economiche di Del Prete, imprenditore del settore dei rifiuti interessato ad ottenere il monopolio degli appalti nel territorio pontino, superando la concorrenza di Latina Ambiente, all’epoca affidataria del servizio dei rifiuti della città di Latina”.