Covid-19, positivi nella comunità indiana: Bella Farnia zona rossa

Bella Farnia zona rossa, è questo quanto emerso dal primo incontro tenutosi questa mattina in Prefettura.  Questa la prima misura dopo i tamponi effettuati ieri presso il residence Bella Farnia Mare meglio conosciuto come ex Somal che starebbe quindi per essere “isolato”. I dettagli saranno contenuti nell’ordinanza della Regione Lazio che dovrebbe uscire a breve. Prevista anche in via precauzionale la didattica a distanza per le scuole del territorio, in questo senso si attendono comunicazioni dall’amministrazione comunale. Nel pomeriggio saranno inoltre avviate le operazioni per il trasferimento dei cittadini indiani risultati positivi presso le strutture della casa domotica e dell’ex scuola di Cerasella. Oltre 80 persone. 
In un post sulla sua pagina Facebook ufficiale, il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi ha commentato: “L’Amministrazione comunale, con il coordinamento della Prefettura e il pieno supporto della Asl, sta assumendo tutte le misure necessarie per la gestione ed il contenimento: tra queste l’individuazione, già avvenuta nella serata di ieri, di due strutture sul territorio che possano ospitare i contagiati per il tempo necessario alla guarigione.
Una questione, quella legata ai casi di positività al Covid-19 nella comunità indiana che come sottolineato dal sociologo e giornalista Marco Omizzolo in un post dalla sua pagina Facebook rischia di innescare dei meccanismi a catena di caccia all’untore. “Mentre osservo la caccia mediatica all’indiano – si legge nel post –  questa mattina ero presso il Tribunale di Latina per la prima udienza contro quel padrone di Terracina che per certa politica era innocente a prescindere, insieme al bracciante indiano che per il solo fatto di avergli chiesto di lavorare con la mascherina fu prima licenziato, poi preso a bastonate e buttato in un fosso. Insieme a me gli avv. Arturo Salerni e Silvia Calderoni. Il lavoratore si è costituito parte civile. E’ stata una presenza ed esperienza importantissima, soprattutto per il lavoratore che ha potuto partecipare sin dall’inizio al percorso che speriamo porterà giustizia e verità. Nessun giornalista era presente. Ora continui pure il circo mediatico alla ricerca del ‘buon indiano untore’ costretto dentro recinti fisici e sociali che costruiamo d’imperio, di cui ci interessa più che la storia, il colore della pelle, del turbante e il suo linguaggio disarticolato. Siamo passati dal sensazionalismo mediatico al folclorismo etnico per una mediatizzazione della realtà rassicurante e attenta a non disturbare l’imminente stagione alle porte, che non è quella dello sfruttamento e del caporalato ma turistica. Altro che linea del colore di Du Bois e Fanon. Siamo al simbolismo segregazionista in cerca di consenso e dell’applauso collettivo“.
La proposta ignorata. Circa un mese fa le associazioni Città Nuova e Scegli Sabaudia avevano proposto la realizzazione di un centro vaccinale a Sabaudia. In un passaggio della proposta si leggeva: “le Associazioni si chiedono anche perché il Sindaco non abbia dato corso a una efficace campagna informativa e di sostegno a favore dei cittadini extracomunitari che vivono e lavorano sul nostro territorio, soprattutto al fine di prevenire, con l’opera di qualificati mediatori culturali, situazioni di ingiustificata aggregazione, idonee a elevare il rischio di trasmissione del virus”.