Fondi, l’ufficio di presidenza catalizza il dibattito, Venditti: “Nessun sacrificio della maggioranza”

Il consigliere comunale di Fondi Salvatore Venditti

Secondo il responso delle urne Salvatore Venditti non doveva sedere in consiglio comunale, perché il primo (e unico) eletto della coalizione di centrosinistra che aveva accesso alla massima assise civica era Raniero De Filippis, ma il primo consiglio comunale ha ratificato – tra le polemiche – l’incompatibilità di De Filippis facendo finire tra i banchi dell’opposizione proprio Salvatore Venditti, primo dei non eletti.

Con una nota il neo consigliere comunale è voluto entrare nel merito di uno dei primi punti all’ordine del giorno che si è trovato ad affrontare, ovvero quello del nodo della presidenza del consiglio comunale. L’idea della maggioranza di proporre – e far eleggere – un membro dell’opposizione ha creato clamore proprio tra i banchi della minoranza. “Ufficialmente – tuona Venditti – seppur i diretti interessati continuano a negarlo pubblicamente, da sabato scorso la maggioranza ha un consigliere in più“. 


L’accusa, di tipo politico, è rivolta in primo luogo a Giulio Mastrobattista, che nelle scorse ore ha lasciato il partito di Fratelli d’Italia tra le polemiche. Di contro, va ribadito come lo stesso Mastrobattista continua a rivendicare di essere un esponente di opposizione in consiglio comunale e che la sua elezione non significa un passaggio in maggioranza.

Ma non è tutto. La questione su cui hanno provato le opposizioni – e lo stesso Venditti – a fare leva in consiglio comunale non è stata tanto la scelta sull’elezione di Mastrobattista, quanto più sulle elezioni delle due vice presidenze. Per prassi, di solito il vice presidente vicario viene eletto dalla maggioranza, mentre l’altro vice presidente viene lasciato eleggere dalle opposizioni. Alcuni statuti comunali addirittura ne prevedono una garanzia prevista per norma, ma non è il caso del Comune di Fondi. In questo modo, seppur la maggioranza dice di aver lasciato – legittimamente – il posto di presidente del consiglio a un membro dell’opposizione (in quanto ribadiamo Mastrobattista si definisce consigliere di minoranza), tutte e tre le cariche istituzionali sono state regolate – ed elette – dalla maggioranza. Di qui la polemica politica.

Non c’è una violazione della norma da parte della maggioranza, ma secondo quanto denunciato da Venditti – e prima ancora da Parisellaun “gesto di discontinuità” all’insegna del “galateo istituzionale” si sarebbe – nelle proprie analisi – trasformato in un vero e proprio sgarro istituzionale, tant’è che proprio Venditti accusa: “Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo messi male”.

A PAGINA 2 LA NOTA DEL CONSIGLIERE COMUNALE