Coronavirus, reparto di ostetricia: Asl, politica e tanti dubbi

Ospedale San Giovanni di Dio

Quale reale tutela nell’ospedale di Fondi per le partorienti? L’interrogativo sorge alla luce del tira e molla delle ultime 24 ore sul reparto di Ostetricia e Ginecologia del “San Giovanni di Dio”.

Prima l’Asl di Latina, facendo anche una comunicazione al prefetto, ha deciso di chiuderlo, di rendere disponibile un’équipe per recarsi a casa delle partorienti e decidere in quale ospedale indirizzarle, impiegare maggiormente l’ospedale di Formia e attivare un ambulatorio a Terracina, per evitare contagi da Covid-19 e ridurre l’afflusso a Fondi di donne prossime al parto provenienti anche da altri Comuni.


Poi la decisione di ritirare il provvedimento in autotutela.

La giustificazione? In una nota inviata sempre al prefetto e al sindaco di Fondi, il direttore generale dell’Asl, Giorgio Casati, specifica per “effettuare ulteriori valutazioni” e concordare con il sindaco di Fondi “le possibili strategie da attuare allo scopo di ridurre il rischio di contagio al di fuori dei confini del Comune di Fondi”.

Una decisione che, si vocifera, sia stata presa dopo le vibranti proteste da parte di alcuni big del centrodestra fondano per la chiusura del reparto.

E, subentrata la politica, resta appunto il dubbio su cosa sia realmente meglio per evitare contagi da coronavirus a Fondi.

Tanto che qualche sospetto, tornando alla politica, sembra averlo lo stesso Partito democratico di Latina, che ha scritto una nota indirizzata al presidente della Regione, Nicola Zingaretti, al vicepresidente Daniele Leodori, all’assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato e al segretario regionale dem Bruno Astorre, chiedendo che venga garantita l’autonomia dell’Azienda sanitaria di Latina, criticando una certa politica e chiedendo che venga mantenuta sempre al centro la salute dei cittadini.