Mafia rom, la Dda di Roma ha chiesto il giudizio immediato

L’ora del giudizio per la cosiddetta mafia rom è vicina. La Direzione distrettuale antimafia di Roma ha chiesto un processo con rito immediato per gli indagati nell’inchiesta “Alba Pontina”, ritenendo evidenti le prove utili a sostenere l’accusa, e la decisione del gip appare quasi scontata.

Il Tribunale di Latina sembra così doversi a breve pronunciare su Armando “Lallà” Di Silvio e gli altri, stabilendo come prima cosa proprio se l’associazione per delinquere che avrebbe costituito la famiglia di origine nomade nel quartiere di Campo Boario fosse un’associazione mafiosa.


Era metà giugno quando, su ordine della Dda, la Polizia arrestò 25 esponenti e gregari della presunta organizzazione criminale.

Per gli inquirenti “Lallà”, insieme soprattutto alla moglie Savina “Purì” De Rosa e ai figli Ferdinando “Pupetto”, Samuele e Gianluca, avrebbe costituito un’associazione mafiosa, impegnata principalmente nelle estorsioni, e un’organizzazione dedita al narcotraffico, facendo affari con la cocaina e abile anche a rapinare partite di droga ad altri gruppi criminali campani, romani e albanesi, oltre ad avere rapporti con la politica, “lavorando” durante le campagne elettorali.

“Si tratta di un gruppo autoctono, che da moltissimi anni si è insediato nel territorio di Latina e opera con modalità mafiose”, sostenne il procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino.

Convinzioni maturate analizzando e cercando riscontri alle denunce presentate dalle presunte vittime, tra cui diversi avvocati, raccogliendo un alto numero di intercettazioni telefoniche e ambientali, facendo appostamenti e sfruttando le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Renato Pugliese, figlio del capo rom Costantino Cha Cha Di Silvio, a cui dopo gli arresti si sono aggiunte quelle dell’amico di Pugliese, Riccardo Agostino.

“Da sempre – ha dichiarato Pugliese ai magistrati – Pantanaccio è dei Ciarelli e Campo Boario dei Di Silvio. Armando se la sente sua Campo Boario”.

“Pupetto” a Pugliese, in una conversazione intercettata dalla Polizia: “Noi siamo nati per inculare gli altri”. E sempre “Pupetto” a una donna: “Eh ho fatto la storia io bella…vatte a legge le cronache di Latina…dal 2008 al 2010…due anni de malavita”.

Una serie di elementi che hanno portato ora l’Antimafia a chiedere un processo con rito immediato per gli indagati. Tutti direttamente davanti al Tribunale a rispondere delle tante accuse formulate dalla Dda.