Cocaina nel peluche, condanna definitiva per Di Silvio

Continuano a piovere condanne sulla cosiddetta criminalità rom di Latina e soprattutto continuano dalle aule di giustizia ad arrivare conferme su un’attività che le famiglie di origine nomade hanno a lungo negato di esercitare: lo spaccio di droga.

Ultima in ordine di tempo la condanna definitiva, appunto per spaccio di sostanze stupefacenti, a carico di Giuseppe Pasquale Di Silvio, 30 anni, uno dei protagonisti della guerra criminale del 2010, esplosa con l’attentato ai danni di Carmine Ciarelli e proseguita con gli omicidi di Massimiliano Moro e Fabio Buonamano.


Il 30enne venne sorpreso in auto, l’8 novembre 2007, con 72,4 grammi di cocaina, divisi in sette cilindretti, nascosti in un peluche tenuto sotto il sedile di guida.

Essendo stato trovato il giovane anche in possesso di 685 euro in contanti, considerati provento dell’attività di spaccio, Di Silvio venne accusato appunto di fare affari vendendo droga e condannato dal Tribunale di Latina.

Una sentenza di condanna a due anni e otto mesi di reclusione, oltre a 14mila euro di multa, confermata dalla Corte d’Appello di Roma e resa ora definitiva dalla Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’imputato, condannandolo così anche a versare duemila euro alla Cassa delle ammende.

Il 30enne ha provato a giustificarsi sostenendo che quella droga era per uso personale, essendo un tossicodipendente, e che essendo stato trovato con una banconota da 500 euro quella era un’altra prova che non spacciava, venendo pagati gli spacciatori con banconote di piccolo taglio. Niente da fare.

Confermata la condanna e pure l’attività di spaccio di droga dei Di Silvio.