Simone Nardone presenta il suo ultimo lavoro, un thriller: “Cambiamenti”

Dopo il successo di “Elisir”, il thriller ambientato a Fondi, Simone Nardone ci riprova con un altro romanzo: “Cambiamenti”.

Non una vera e propria pubblicazione, come “Dal Porcellum alla terza Repubblica” (2015), “Verso il Referendum Costituzionale” (2016) e appunto “Elisir” (2017), ma una campagna in crowdfunding per promuovere questo ultimo lavoro su scala nazionale.


Simone Nardone

“Cambiamenti”, infatti, da qualche giorno è disponibile in pre-ordine su www.bookabook.it. È possibile acquistarlo sia in formato cartaceo che digitale fino al prossimo maggio. L’idea è quello di raggiungere l’obiettivo stimato per poter arrivare nelle principali librerie italiane.

“Cambiamenti è una favola amara – dice Nardone -, un lavoro che a mozzichi parla di me e della vita di tanti. Ma forse non parla di nessuno. Forse è proprio questa la bellezza di Cambiamenti, un libro che bisogna leggere per poterlo giudicare”.

Diverse le citazioni e le frasi accattivanti che Nardone ha sottolineato rappresentano il filo conduttore del romanzo. Tra queste la più condivisa sui social: “Scrivere è un po’ come denudarsi. Devi solo capire se le persone che hai innanzi possono scandalizzarsi”.

CAMBIAMENTI

Luca e Giovanni si ritrovano dopo molto tempo. Hanno tante cose di cui parlare ma nulla che li distolga dal proprio presente. Mentre uno pensa al passato, l’altro è proiettato al futuro. I due, seduti in un’osteria sul lungotevere romano, si raccontano e ci raccontano delle loro vite.
Lo fanno attraverso gli occhi e la penna di chi narra: un osservatore silenzioso, un protagonista in ombra.

Perché ho scritto questo libro?

“Cambiamenti” nasce dall’idea di sistemare frasi, appunti e aforismi che avevo sparso ovunque. Il progetto era di farlo in modo romanzato, ma una volta finito, mi sono reso conto che quello che avevo prodotto era molto di più. Rileggendolo mi sembrava di avere tra le mani una storia che poteva parlare allo stesso tempo di tutti e di nessuno, e, che attraverso dei colpi di scena, poteva concretizzare quella triste idealizzazione dello scrittore esordiente contemporaneo.