Ritenuta coinvolta nell’indagine “Caronte”: assolta dal Tribunale dei Minori

Assolta per non aver commesso il fatto. Al termine di un tormentato percorso giudiziario si è concluso così, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale dei minorenni di Roma, il processo a Valentina Ciarelli, accusata di ricettazione e violazione della legge armi nell’ambito delle indagini sulla cosiddetta guerra criminale tra rom e non rom a Latina.

Dopo il tentato omicidio di Carmine Ciarelli e le uccisioni di Massimiliano Moro e Fabio Buonamano, alla fine del 2010, il 6 marzo successivo la squadra mobile arrestò Andrea Pradissitto e Simone Grenga, “soldati” dei Ciarelli, trovandoli entrambi con una pistola in pugno e ritenendo che stessero per compiere un attentato.


Un episodio che fece finire nei guai anche Valentina Ciarelli, convivente di Pradissitto. Per gli inquirenti, la ragazza aveva detenuto illegalmente armi comuni e da guerra, oltre al relativo munizionamento. Nello specifico un revolver marca Rossi, calibro 38 special, con sei cartucce nel tamburo, provento di furto, una pistola Franchi, calibro 7,65 Parabellum, ugualmente rubata e con sei proiettili nel caricatore, e una pistola Luger calibro 9, con matricola abrasa, con sette cartucce. Armi sequestrate a casa e indosso a Pradissitto.

Valentina Ciarelli venne così anche arrestata nell’ambito dell’indagine “Caronte”, che ha fatto scoprire l’esistenza di un’associazione per delinquere costituita dalle famiglie nomadi Ciarelli e Di Silvio. Gli inquirenti non si resero però conto in quel caso che la ragazza era ancora minorenne.

Valentina Ciarelli venne quindi liberata, la sua posizione venne stralciata e passata al Tribunale per i minorenni, che ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. Difesa dall’avvocato Oreste Palmieri è stata invece ora assolta.