“Stop agli impianti di mitilicoltura a Terracina, Fondi, Sperlonga e Minturno”. Il fronte anti-cozze punta la Regione

“Dopo la recente determinazione n. G09852 del 13 Luglio 2017 della Regione Lazio per il rilascio di una concessione demaniale marittima di uno specchio acqueo di complessivi mq 305.000 (pari a 50 campi di calcio!) antistante la costa di Fondi e Sperlonga, a scopo di mitilicoltura, e la situazione ancora di assoluta incertezza relativa all’impianto che dovrebbe sorgere davanti alla costa di Terracina per il quale, la recente sentenza definitiva del Tar a favore di due consorzi turistici che erano ricorsi contro l’anticipata occupazione, non elimina il rischio di rilascio di una nuova concessione definitiva, e dopo il rinnovato allarme per un prossimo rilascio di una concessione anche davanti alle spiagge di Minturno-Scauri, sale il livello di preoccupazione per le nostre coste e per il turismo del nostro bellissimo litorale”. Lo ricordano da Confcommercio, nel “fronte del no” insieme ad Ascom, Legambiente e sindacato balneari di Terracina.

Il presidente Giovanni Acampora

“Il presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora, nella lettera inviata al presidente Nicola Zingaretti lo scorso 31 agosto, afferma in modo chiaro i concreti rischi di deterioramento dell’ecosistema marino nonché di ‘inquinamento paesaggistico’, ‘danni alla costa’, ‘impatto sulla qualità del mare’ e sottolinea gli ‘impatti molto negativi sulle vere ed uniche risorse strategiche e socio-economiche del nostro territorio che sono i beni ambientali e quelli culturali, creando problematiche pesanti alle imprese turistiche e commerciali dell’area, in una fase di lenta ripresa’ e riafferma che ‘le imprese, insieme alle amministrazioni comunali, stanno da mesi cercando di invertire una rotta negativa che ha portato al degrado ambientale e all’abbandono del patrimonio culturale delle nostre zone’.


Il nuovo impianto appena definitivamente autorizzato davanti alla costa dei comuni di Fondi e Sperlonga sorgerebbe ad esempio a poche centinaia di metri di distanza dal SIC IT6000014 ‘Fondali tra Terracina e Lago Lungo’ che occupa una superficie di 2182 ettari ed interessa i Comuni di Terracina, Fondi e Sperlonga ed è il più esteso del Lazio. Nei fondali del SIC sono presenti 1459 ettari di Posidonia Oceanica, 7 ettari di habitat con Cymodocea Nodosa ed è presente la Pinna Nobilis specie protetta dalla direttiva Habitat. A protezione di tale ricchezza eco-sistemica la stessa Regione, con Delibera Regionale 604 del 3/11/2015, aveva ampliato di 382 ettari la perimetrazione di questo SIC. Inoltre, il Circolo Legambiente Terracina ‘Pisco Montano’ aveva definito ed inviato (unica associazione ambientalista territoriale insieme a Marevivo) alla Regione Lazio un anno fa un articolato documento che integrava la bozza predisposta dalla Regione di misure di conservazione e gli indirizzi di gestione dei due SIC ricadenti nel territorio del comune di Terracina: il Sito di Interesse Comunitario IT6000013 ‘Fondali tra Capo Circeo e Terracina’ e il Sito di Interesse Comunitario IT6000014 ‘Fondali tra Terracina e Lago Lungo’. Le proposte del circolo di Terracina, orientate non solo alla conservazione (con monitoraggi costanti della qualità degli habitat) ma anche allo sviluppo del turismo ambientale per mezzo di attività educative e di esplorazione, non solo erano state accolte dalla Regione per la loro validità, ma la Regione aveva ritenuto opportuno estenderle a tutti gli altri SIC marini del Lazio divenendo parte integrante del documento finale di ‘Misure di conservazione di 9 Sic marini, ai fini della designazione delle zona speciali di conservazione (ZSC)’ con deliberazione numero 679 del 15/11/2016 finalizzato alla designazione dei SIC a Zone Speciali di Conservazione, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Habitat) e DPR 357/97.

Nonostante tutto ciò la Regione Lazio, anche in presenza di pareri tecnico-economici negativi dei Comuni (purtroppo non vincolanti) e la netta contrarietà degli operatori turistici, della cittadinanza e delle associazioni e i sindacati di categoria, sta ancora procedendo con le autorizzazioni per gli impianti di mitilicoltura in base all’art.11 della Legge Regionale 20 giugno 2016 n. 8, legge che definiva un modus operandi temporaneo in attesa del recepimento della Direttiva Europea 23/08/2014 n. 2014/89/UE, direttiva che impone agli stati membri la pianificazione dello spazio marittimo prima di procedere con le autorizzazioni e che è stata recepita ad ottobre 2016 attraverso il Decreto Legislativo 17 ottobre 2016, n. 201 che istituisce (sotto la competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo.

Tutto ciò premesso, come ribadito nel corso del convegno appena organizzato a Sperlonga nell’ambito della manifestazione ‘Sapori di mare’, Legambiente, Confcommercio, sindacato italiano balneari chiedono alla Regione, di revocare immediatamente tutte le autorizzazioni emesse e di sospendere gli iter autorizzativi in corso e al Ministero dei Trasporti (ora competente per la pianificazione marittima) di farsi parte attiva presso la Regione per richiamarla ad attenersi al quadro normativo vigente, che prevede per ogni area marittima un piano di gestione che definisce le attività e gli usi (inclusi gli impianti di acquacoltura e piscicoltura) dello spazio marittimo, predisposto a cura di un apposito comitato tecnico interministeriale (Trasporti, Ambiente, Politiche Agricole, Sviluppo Economico, Beni Culturali e Turismo) a cui partecipano anche i rappresentanti delle Regione.

Chiediamo inoltre che il redigendo Piano di gestione dello spazio marittimo della nostra Regione preveda sia la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIA) e recepisca definitivamente che l’interesse diffuso, testimoniato anche dalla recente lettera inviata dal presidente Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del nostro territorio da San Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga fino a Minturno-Scauri è assolutamente contrario alla costruzione degli impianti di mitilicoltura del tutto incompatibili con la vocazione turistica e il valore paesaggistico della costa pontina che la Regione stessa sta promuovendo e valorizzando anche con finanziamenti dedicati, come quelli relativi alla economia del mare, una immensa risorsa che vale il 3,5 del nostro Pil, intorno ai 43 miliardi di euro (7 miliardi circa solo nel Lazio), con 185mila imprese (1600 nel Lazio) e 835 mila occupati (115 mila nel Lazio) principalmente donne e giovani (dati Unioncamere 2016)”.