Stabilimenti balneari: una sentenza dichiara illegittimo il maxi canone

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La sentenza del 5 luglio scorso pronunciata dal tribunale di Fermo va ad apportare modifiche sostanziali in materia di demanio marittimo.

Con la sentenza pronunciata solo qualche giorno fa gli stabilimenti balneari vengono ascritti al settore terziario e non commerciale, dichiarando l’illegittimità del maxi canone applicato (nel caso di specie a un’impresa marchigiana) secondo i valori Omi – Osservatorio mobiliare italiano – e applicando la riduzione a scaglioni di superficie del canone.


Il giudice di Fermo, intanto ha sottolineato che le attività esercitate dagli stabilimenti balneari appartengono al terziario e non al commerciale. Una precisazione che nasce dalla reale attività svolta dagli esercenti balneari che non svolgono compravendita di merci ma noleggiano ombrelloni, somministrano bevande eventualmente preparano e servono pasti.

La sentenza porta alla luce un aspetto ancora più importante quando si parla di riduzione a scaglioni di superficie del canone a valore di mercato Omi. Il tribunale ha infatti affermato che le circolari in materia non hanno forza derogatoria rispetto alla legge e che la norma “non pare poter essere interpretata al di là del senso letterale: la riduzione si applica per scaglioni progressivi di superficie alla intera superficie medesima, quindi alla […omissis…] si applica, avendo il fabbricato una superficie di oltre 200,00 mq ma inferiore a 500,00 mq, la riduzione del canone nella misura del 20%. L’applicabilità della riduzione investe, nel tenore letterale, tutta la superficie concessoria se vi insiste un pertinenziale fabbricato e quando questi, come nel caso di specie superi la superficie di mq. 200”.