Don’t touch, i “soldati” dell’organizzazione criminale alla fine scelgono di patteggiare

Don't Touch: una fase degli arresti a ottobre 2015

Rinvio a sorpresa dell’udienza d’appello per gli imputati nel processo “Don’t touch” che, in primo grado, hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Tutti, tranne uno, alla fine hanno optato per il “concordato”, una sorta di patteggiamento previsto con la recente riforma. Tutti dunque pronti a tenersi la condanna, puntando solo a uno sconto di pena una volta trovato un accordo con il procuratore generale. E con questa mossa delle difese i giudici della III sezione della Corte d’Appello di Roma, anziché emettere la sentenza, hanno aggiornato l’udienza al 15 settembre.

Il giudice per l’udienza preliminare Laura Matilde Campoli, giudicando quella che è stata inquadrata dagli inquirenti come un’associazione per delinquere messa in piedi dalla locale criminalità rom, ha condannato Angelo Travali, ritenuto un capo zona dell’organizzazione criminale che avrebbe compiuto estorsioni, usura e spaccio di droga a Latina, a 10 anni di reclusione, a 9 anni Salvatore Travali, a 6 anni Giuseppe Travali, a 6 anni Francesco Viola, a 3 anni e 3 mesi l’apriliano Francesco Falco, a 2 anni e mezzo Cristian Battello, a 5 anni Antonio Giovannelli, a 3 anni e mezzo Antonio Neroni, e a 3 anni e mezzo il poliziotto Carlo Ninnolino, ex investigatore della Mobile. Battendo soprattutto su Ninnolino, ritenuto una “talpa” dell’associazione per delinquere, il procuratore generale aveva chiesto nella precedente udienza di confermare la sentenza di primo grado. A parlare erano poi stati i difensori, tra cui gli avvocati Fabrizio D’Amico e Giancarlo Vitelli.


Oggi la decisione di tutti gli imputati, tranne Ninnolino, di ricorrere al concordato. A settembre i giudici emetteranno così sentenza per il poliziotto e si pronunceranno sui “patteggiamenti” concordati per gli altri tra difesa e pubblica accusa.