Maxi-incendio alla Eco X: “Sentenza di morte del territorio”

“Non la dimenticheremo di certo la data del 5 maggio 2017, soprattutto noi che da anni non perdiamo occasione per avvertire e denunciare sulla situazione del nostro territorio. Sono stati ignorati da parte delle Autorità, tutti gli appelli e le sollecitazioni da noi inoltrate e fatte presentare dai nostri referenti politici. Ora arriviamo ad un incidente che era non solo possibile evitare ma che andava evitato. Ma noi non ci perdiamo d’animo e continuiamo a lottare finché avremo voce”.

Lo scrivono Emanuele Campilongo e Sabrina Esposito Montefusco, del movimento civico “Aprilia in Prima Linea”.


Campilongo, Montefusco e Borghezio

“Per stroncare qualsiasi tentativo di minimizzare l’accaduto, siamo partiti con l’informare e chiedere che venga fatta un’indagine, dal livello più alto della piramide istituzionale cioè dal Parlamento Europeo. L’On. Borghezio su nostra sollecitazione ha presentato un’interrogazione alla Commissione sul caso Eco X, nella quale in sostanza si chiede ‘se si è in grado di comunicare a quando risalgono gli ultimi controlli sia sull’impianto oggetto dell’incidente sia su quelli ricadenti nel medesimo territorio’. Analoghe richieste saranno presentate prestissimo da altri nostri referenti sia al Senato che alla Camera. In Regione Lazio, il nostro amico Fabrizio Santori, ha come sempre fatto un lavoro encomiabile e sta inchiodando alle proprie responsabilità la Giunta Zingaretti e le sue connivenze con i grandi capi del business dei rifiuti. Se necessario chiederemo spiegazioni di persona a tutti coloro che hanno responsabilità e potere d’intervento, presentandoci negli uffici e se non ci ricevono, dormiremo all’addiaccio finché non verrà data soddisfazione alle nostre istanze. Non vogliamo insegnare nulla a nessuno, ma dove sono gli altri? Dove stanno le decine di deputati, consiglieri regionali, provinciali e parlamentari europei? Il nostro territorio è la seconda Terra dei Fuochi,  poiché qualcuno ha deciso senza consultare gli abitanti, che costoro potevano e dovevano essere sacrificati sull’altare degli enormi interessi economici in ballo, senza contare che tutti sanno e nessuno parla, anche dei rifiuti interrati negli anni ’80 e ’90 di cui il pentito Schiavone prima di morire ha riferito alle Autorità. Chi come noi sono anni che lotta perché il diritto alla salute sia tutelato, attraverso la militanza politica e l’impegno, viene lasciato solo se non addirittura ostacolato. A tutt’oggi manca una mappatura di tutti i siti che lavorano nel ciclo dei rifiuti nel territorio di Pomezia, Aprilia, Albano Laziale, un vero e proprio ‘triangolo della morte’ in cui politici straordinariamente compiacenti e dipendenti dai denari elargiti dal ‘sistema dei rifiuti’, hanno voltato le spalle ai propri cittadini fregandosene dell’incidenza tumorale spaventosamente in aumento. Non si contano più le volte che abbiamo chiesto quanti e quali atti ispettivi abbia effettuato l’Amministrazione comunale di Aprilia, nelle svariate aziende biogas e similari sparse sul territorio, ricevendo sempre come risposta un fragoroso silenzio. Ora ci si mette anche il Sindaco di Roma a suggellare il destino della nostra terra, spingendo per la realizzazione della discarica a La Cogna. Lo avevamo detto circa un paio di anni addietro che avevamo un futuro come pattumiera di Roma e non ci sbagliavamo. Ma sappiano tutti che c’è chi non si arrende, chi non è al soldo di nessuno, chi ha ancora la schiena dritta e lotterà senza fretta ma senza tregua per la salute e per la dignità del proprio territorio”.