Macellaio licenziato a Formia, anche per la Corte d’Appello fu un atto illegittimo

Licenziato in due circostanze, a distanza di un solo anno, e sempre per due volte riabilitato dal giudice del lavoro del Tribunale di Cassino.

La sua vita è diventato un tunnel: senza un lavoro, è stato lasciato dalla fidanzata prima del matrimonio e, oltre ai suoi perduranti guai fisici ad un ginocchio, deve fare i conti con le prime avvisaglie della depressione.


Sembrano non finire mai i problemi per un macellaio di 37 anni di Formia, dipendente di una società entrata nella gestione di uno dei supermercati più noti della città.

Fu licenziato per la prima volta nel settembre 2015 perché, dopo aver riportato la lesione ad un menisco, avrebbe superato il periodo massimo di “comporto”, di convalescenza. Il suo legale, l’avvocato Daniele Lancia, dimostrò il contrario sostenendo che la sua assenza dal posto di lavoro era dettata dalla malattia e dall’infortunio riportato. Il Tribunale di Cassino definì il licenziamento illegittimo e intimò alla società il reintegrò del lavoratore e il pagamento di 15 mensilità.

Il 37enne macellaio tornò tardivamente al lavoro nell’estate 2016 solo per un’errata comunicazione durante una visita medico-legale e questo problema gli costò, dopo alcune settimane, il secondo licenziamento. Stesso clichè da parte del giudice del lavoro di Cassino Annalisa Gualtieri: licenziamento illegittimo e società condannata al rientegro dell’operaio e al pagamento di 12 mensilità e dei contributi previdenziali.

Intanto in questi giorni  il macellaio formiamo ha visto prevalere le sue ragioni anche davanti la Corte d’appello di Roma cui si era appellata la società avverso la prima sentenza sfavorevole del Tribunale di Cassino. Ma l’interessato è rassegnato: la sua vita è appesa sempre di più ad un filo di un coltello….