L’inaugurazione, la chiusura dei battenti dietro ordinanza comunale lampo, la riapertura. Tutto in rapida successione. Nella mattinata di ieri il punto vendita “Acqua & Sapone” di via Diversivo Acquachiara ha ufficialmente riaperto al pubblico, interdicendo la parte di superficie adibita alla vendita ritenuta in eccesso rispetto le autorizzazioni.
L’attività, un marchio di prodotti di bellezza e per l’igiene fino a non molto tempo fa presente in via Roma, era andata incontro al taglio del nastro giusto giovedì, attirando decine e decine di persone. Tanti clienti affezionati e potenziali, numerosi curiosi. Ma anche gli agenti della polizia municipale. Sul posto non certo per le offerte e i gentili omaggi della casa. Tutt’altro: accertamenti. Verifiche indirizzate alla superficie di vendita, che secondo la Scia presentata dai vertici dell’esercizio in Comune doveva attestarsi sui 250 metri quadrati. Superando invece i 460, secondo i controlli effettuati dagli agenti coordinati dal comandante Giuseppe Acquaro. Lo stesso che, in altre vesti, quelle di dirigente del settore Attività produttive del Comune, il giorno successivo, a nemmeno ventiquattro ore dall’inaugurazione, ha firmato l’ordinanza di chiusura immediata che ha quindi portato “Acqua & Sapone” allo stop. Brevissimo. Durato giusto il tempo di adeguare l’area adibita alla vendita eliminando la metratura in eccedenza: è bastato precludere l’accesso alla superficie extra.
Una questione di carte, alla base della vicenda. In Comune era stata presentata una Scia di sub-ingresso per un cosiddetto “esercizio di vicinato” per la vendita al dettaglio, che presuppone un massimo di superficie di vendita di 250 metri quadrati. Anche un metro in più – facendo configurare una media struttura di vendita – avrebbe dovuto comportare il ricorso ad un’altra procedura burocratica rispetto la semplice Scia presentata.