Formia, scafista arrestato al centro di accoglienza per rifugiati

Stava per essere letteralmente linciato se non fosse stato per il provvidenziale intervento degli agenti del Commissariato di Polizia di Formia diretti dal vice questore Paolo Di Francia che prima lo hanno fermato e poi, dopo aver ascoltato le drammatiche testimonianze di tre persone, lo hanno arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

L'arrestato viene condotto all'esterno del Commissariato di Formia per essere tradotto presso il carcere di Cassino
L’arrestato viene condotto all’esterno del Commissariato di Formia per essere tradotto presso il carcere di Cassino

Teatro della vicenda il centro di accoglienza per rifugiati all’ex Enaoli di Formia. Protagonista un 23enne, Isman Aboubakar, sudanese, riconosciuto da tre rifugiati per essere in realtà uno scafista, uno di quelli che in cambio di denaro, e a bordo di navi veloci, “accompagnano” i barconi dei disperati in fuga dall’Africa, in questo caso dalla Libia, salvo poi abbandonarli in mezzo al mare e dileguarsi in acque internazionali prima dell’arrivo, quando questo riesce, dei soccorsi.


Arrivato circa quindici giorni fa in Italia e alloggiato in un centro di accoglienza a Marino, ieri l’uomo era infine giunto a Formia e preso in consegna dal GUS insieme a un 25enne della Costa d’Avorio. Pochi minuti dopo l’arrivo, però, guardandolo in viso, alcuni dei rifugiati già presenti nel centro si rendevano conto che il sudanese era l’uomo che qualche mese fa li aveva “accompagnati” in Italia non prima di averli sequestrati, torturati e sottoposti ad angherie di ogni genere insieme ad un gruppo piuttosto ampio di complici che opererebbe in Algeria.

Immediato l’intervento degli operatori del Gus a interrompere il diverbio che di lì a poco si sarebbe trasformato in rissa e chiamata a intervenire sul posto la Polizia, gli agenti prendevano in consegna il 23enne per ulteriori accertamenti che, di lì a poco, incrociando le testimonianze con il registro delle banche dati dove sono annotati gli arrivi dei rifugiati, lo individuavano come un vero e proprio scafista.

Successivamente l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Cassino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Cassino Roberto Nomi Bulgarini.

 

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