Affondamento Rosinella, la Regione Campania paga il recupero del peschereccio

Il Rosinella ormeggiato nell'aprile 2015 a Formia (foto Enrico Veneruso - http://www.naviecapitani.it/ )

Se è stato o meno un incidente o qualcos’altro lo si potrà scoprire solo attraverso il recupero del peschereccio Rosinella e del suo comandante Giulio Oliviero. In quest’ottica la moglie armatrice del marittimo 44enne, originario di Ercolano ma trasferitosi da tempo a Formia, ha salutato con una legittima soddisfazione la decisione della Giunta regionale della Campania di deliberare un finanziamento di 73 mila euro necessario, dopo i diversi tentativi effettuati dalle unità specializzate della Marina Militare, per il recupero del natante partito dal molo Azzurra di Formia il pomeriggio del 19 aprile ed inabissatosi la notte successiva a sette miglia davanti il litorale di Baia Domizia.

Della concessione di questo contributo economico la famiglia del comandante Oliviero, attraverso il legale di parte civile Antonio Crisci, ha intanto informato la Procura della Repubblica di Cassino ma si attenderà ora il ritorno dalle ferie del magistrato titolare delle indagini, Francesco Cerullo, e del suo perito di fiducia, Giovanni Di Russo. L’obiettivo è dar vita – probabilmente agli inizi di settembre – alla delicata operazione di riportare in superfice lo scafo per individuare la causa che ha provocato il naufragio e la morte di tre persone, del comandante Oliviero e dei tunisini  Khalifa e Saipeddine Sassi, padre e figlio di 60 e 25 anni, rinvenuti, dopo un mese, a cinque e a cinquanta di distanza dalla barca affondata.


Che sia stato un incidente improvviso lo si evince dal contenuto delle immagini subacquee effettuate dagli operatori della Capitaneria di Gaeta per conto della Procura: innanzitutto l’orologio della cucina del Rosinella ha “cristallizzato” l’orario dell’incidente, l’archetto di pesca in acciaio della barca è stato trovato piegato e uno dei due marittimi tunisini deceduti – che sicuramente dormiva prima dell’affondamento – è stato trovato con i pantaloni indossati al contrario… Voleva mettersi al sicuro ma non ne ha avuto tempo. A quattro mesi dall’affondamento del “Rosinella”, inoltre, sono diversi gli interrogativi che pone l’avvocato Crisci in versione pubblico ministero: a che ora esatta il Rosinella la sera del 19 aprile lasciò il porto di Formia? E’ vero che la mattina successiva all’affondamento due navi in fretta lasciarono il porto di Gaeta? E quale fu il traffico navale quella notte tra il mare del sud-pontino ed il Golfo di Napoli? Il Rosinella affondò mentre era proveniente o di ritorno a Formia? E come affondò, di prua o di poppa? Il recupero della paranza e dei resti del comandante Oliviero potrà ora contribuire a risolverli.