Monte San Biagio, sequestri a “Le Pantanelle”: in aula i testi

Una vecchia immagine della piscina sigillata

Sfilata di testi, mercoledì, davanti il collegio penale del Tribunale di Latina presieduto da Pierfrancesco De Angelis, per il processo relativo ai presunti abusi all’interno de “Le Pantanelle”, il ristorante della moglie dell’attuale sindaco di Monte San Biagio oggetto nei mesi scorsi di un doppio sequestro relativo a un pergolato e a una piscina.

A parlare in aula, innanzitutto, il testimone della pubblica accusa – pm Cristina Pigozzo – Stefano Giulivo, sovrintendente del Nipaf, che ha relazionato in merito alle difformità riscontrate tra le autorizzazioni in possesso della proprietà e quanto effettivamente realizzato nell’attività ai bordi dell’Appia.


Per la difesa, sono stati sentiti due consulenti, Bonaventura Pianese e Massimo Monacelli (attualmente dirigenti nei Comuni di Terracina e Itri), oltre che il funzionario della Regione responsabile del contestato nullaosta paesaggistico a favore de “Le Pantanelle”. Tutti e tre a ribadire la liceità dell’iter e dei titoli concessori.

Nel corso dell’udienza, la difesa ha presentato al pubblico ministero istanza di dissequestro dei beni sotto sigilli, o, in subordine, la possibilità di utilizzo degli stessi. La dottoressa Pigozzo si è pronunciata favorevolmente proprio su quest’ultimo punto, con la parola che ora passa però al collegio giudicante.

Nelle vesti di imputate, oltre alla titolare del ristorante, l’architetto Tiziana di Fazio, responsabile dell’Ufficio tecnico di Monte San Biagio, difese dagli avvocati Giulio Mastrobattista, Adelindo Maragoni e Giovanni Fusco.