La scena del crimine e l’omicidio di Arce, convegno a Formia

Come entrare ed uscire in una scena del crimine, come valutarla e come poter affrontare il primo soccorso della vittima. Se in Italia molti delitti rimangono insoluti e i veri responsabili non sono mai stati individuati dalle forze di polizia il motivo è un solo: la scena del crimine, una volta scattato l’allarme, è stata inquinata dai soccorritori o, meglio, non è stata adeguatamente preservata da fattori esterni. Se ne è parlato a Formia nel corso di un interessante corso di formazione che, dal titolo “Il soccorritore sulla scena del crimine”, è stato abilmente organizzato, presso un albergo cittadino, dall’associazione di volontariato “Emergenza e soccorso” del presidente Luca Simione che dalla sua costituzione – dicembre 2012 – si occupa della formazione di medici, infermieri, psicologici, biologi e finanche gli stessi autisti del 118.

Ma, oltre a queste figure professionali, c’erano tanti rappresentanti delle forze dell’ordine ad ascoltare per otto ed appassionate ore Luciano Garofano, l’ex comandante del Ris di Parma e tutt’oggi consulente tecnico di parte in molti fatti di cronaca. Garofano, insieme alla criminologa e giornalista Cristina Brondoni, ha scritto e presentato a Formia il manuale “Il soccorritore sulla scena del crimine”, un vademecum, che seguendo i dettami del protocollo del 118,  contiene una serie di consigli su come affrontare un’emergenza e muoversi sulla scena di un crimine.


L’associazione “Emergenza e soccorso” dalla sua nascita persegue una “mission”, quella della formazione di tutte le figure che ruotano all’emergenza e, oltre a fregiarsi di prestigiosi riconoscimenti, svolge – il corso di Formia l’ha evidenziato – un’intensa attività a livello comunale, provinciale e regionale

IL CASO MOLLICONE

Il caso dell’omicidio di Serena Mollicone potrebbe conoscere un epilogo positivo, come quello di Yara Gambirasio, se la Procura della Repubblica di Cassino, ad oltre 14 anni dal delitto di Arce, dovesse dare una paternitò al profilo genetico rinvenuto dai Carabinieri del Ris di Roma sugli indumenti della vittima. La richiesta è stata anticipata dall’ex Comandante del Ris di Parma, il Generale Luciano Garofano, intervenendo a Formia ad un corso di formazione su come preservare, da parte dei primi soccorritori, la scena di un crimine.

Garofano terrà martedì a Roma una conferenza stampa e in qualità di perito di parte della famiglia Mollicone chiederà che tutti i cittadini di Arce e dei paesi limitrofi vengano sottoposti all’esame del Dna per individuare – com’è avvenuto per l’omicidio della 13enne di Brembate di Sopra – l’assassino di Serena. Il Gip del Tribunale di Cassino, Valerio Lanna, deciderà a tal riguardo il 7 gennaio prossimo contro la richiesta di archiviazione formalizzata dalla Procura ma il generale Garofano promette battaglia insieme a papà Guglielmo e al legale della famiglia Mollicone, l’avvocato Dario De Santis.

Ad affiancare Garofano c’è anche la psicologa investigativa Laura Volpini secondo la quale, oltre alla questione del Dna, il punto focale per comprendere il movente del delitto di Serena Mollicone sia nel conoscere le motivazioni che hanno portato la giovane di Arce quel giorno di giugno di 14 anni fa, a cambiare e suoi programmi.