A Campodimele la raccolta differenziata raggiunge l’84,2%. A Minturno, invece, fanalino di coda della Provincia di Latina, solo il 6,63%, “seguito” da vicino da San Felice Circeo, 8,36%, e Ponza, 8,57%, i tre unici comuni della provincia che a dicembre 2014 non riuscivano a superare la minima soglia del 10% di raccolta differenziata. E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Settore Ecologia e Ambiente della Provincia di Latina che con determinazione dirigenziale n° 1067 del 15 ottobre 2015 ha assegnato le risorse economiche ai Comuni in esecuzione del “Bando per il Potenziamento della raccolta differenziata e prevenzione e riutilizzo dei rifiuti urbani. DGR Lazio 406/2012 risorse anno 2013 e DGR Lazio 547/2014 risorse anno 2014”, per un importo complessivo di 6.166.869,48 euro. Unico Comune la cui richiesta è stata dichiarata inammissibile, e pertanto non riceverà alcun contributo, quello di Lenola.
A fare la parte del leone, ovvero a raccogliere maggiori contributi, quei comuni che di differenziata ne fanno di meno secondo un criterio piuttosto differente rispetto a quelli che adotta il Governo nazionale dove a essere premiati sono i comuni virtuosi. In provincia, infatti, curiosamente, ottiene di più chi si adopera di meno. Per dare un’idea i Comuni che non raggiungono il 50% di differenziata, si spartiscono circa cinque milioni di euro mentre a chi supera quella quota, di poco o ampiamente, va poco più di un milione.
E questo genera non poche anomalie. Se infatti Aprilia (24,19% differenziata) ottiene 591996,68 euro, poco sotto troviamo Gaeta (19,22%), 511528,37 euro, e poi Pontina (22,75) con 457047,22 euro che ottiene più del capoluogo Latina (33,83%) 449292,39 euro. Quindi Ponza con 425456 euro. E se Terracina (33,57%) raccoglie 390513,98 euro, poco meno riceve Sezze (15,1%) 364246,8, Sperlonga (26,78%), 349626,2 euro, ma comunque più della Cisterna (34,11%) 339785,46 euro, del sindaco e presidente della Provincia Eleonora Della Penna, i quattro comuni pur avendo dimensioni e abitato imparagonabili, Più sotto si piazzano Minturno 253417,28 euro e Fondi (13,32%) 195500 euro.
Ancora più anomalo che l’unico tra i comuni medio grandi della provincia ovvero Formia, che supera il 50% di differenziata arrivando al 55,03%, ottiene (la richiesta è stata inoltrata dalla Formia Rifiuti Zero) soltanto 154762.72 euro. E va detto che conto corrente aveva richiesto oltre un milione e mezzo di euro.
La ripartizione comune per comune dei fondi: allegato_1__Assegnazione_risorse_anno_2013_2014
COMUNICATO STAMPA – FORMIA, Ripartizione fondi differenziata, Marciano: “Ancora una volta penalizzati i Comuni virtuosi”

La “Formia Rifiuti Zero” ha ricevuto dalla Provincia di Latina un finanziamento di circa 150 mila euro per l’implementazione della raccolta differenziata. “Apparentemente una buona notizia – commenta l’assessore alla Sostenibilità Urbana Claudio Marciano -. Ma se diamo una scorsa alla classifica dei Comuni destinatari dei fondi regionali ci accorgiamo che, ancora una volta, i criteri scelti dalla Provincia di Latina per la distribuzione dei finanziamenti penalizzano i Comuni virtuosi come Formia a favore di chi la differenziata la fa poco, male o per niente”.
Marciano esprime perplessità sul bando, definito “poco trasparente, ai limiti dell’arbitrarietà”, privo com’è di “punteggi, obiettivi, gradualità”. “Sebbene Formia sia stabilmente al 60% della raccolta differenziata – spiega -, sia tra le città più grandi della provincia e abbia utilizzato in passato i fondi regionali per avviare il servizio di raccolta porta a porta, riceve dalla Provincia un terzo dei fondi assegnati ad altri Comuni con meno della metà della popolazione, un terzo della differenziata e con una lunga serie di finanziamenti ricevuti negli anni scorsi”. Fondi, spiega, che “evidentemente non sono stati utilizzati a dovere se, nei casi di specie, la differenziata non raggiunge neanche il 30%. I fondi a chi ha ricevuto in passato e non ha prodotto risultati non andrebbero più erogati e, nei casi di fallimento acclarato, andrebbero chiesti indietro”.
“La prima assurdità – sostiene Marciano – è che la Provincia divida i fondi tra Comuni bravi e Comuni cattivi, destinando ai cattivi l’80%. Ancora più opinabile è che, tra i Comuni virtuosi, non si facciano prevalere criteri elementari come numero degli abitanti, quantità media di rifiuti per flusso turistico e complessità dei sistemi tecnologici necessari a realizzare la differenziata porta a porta in modo eccellente. Nella ripartizione dei fondi non risultano inoltre minimamente valutate la qualità del progetto e la capacità di innovazione, né qualsiasi altro elemento che possa indurre una premialità. Dispiace vedere che sei milioni di euro comunitari vengano assegnati a chi continua a pesare sulle discariche e sulla salute dei cittadini della Provincia. Non vogliamo fare i primi della classe ma, per arrivare al 60%, Formia ha affrontato sacrifici e fatto investimenti, si è esposta a dei rischi e oggi ha bisogno di crescere. Credo che la stessa cosa, la pensino gli amministratori degli altri Comuni penalizzati. La ripartizione dei fondi a pioggia non è la soluzione ai problemi reali di questo territorio”.
Marciano invoca quindi un drastico cambio di rotta: “I finanziamenti non vadano più ai singoli Comuni – dice – e la quota degli investimenti sia usata per realizzare infrastrutture al servizio della raccolta differenziata. Quegli impianti che oggi mancano e che non sono adeguatamente disponibili neanche in gestione privata. Il sud della provincia è completamente sguarnito. Mancano impianti, anche piccoli, per il trattamento dell’organico e il servizio oggi costa quanto l’indifferenziato, se non addirittura di più. Bisogna tutti comprendere che la differenziata è un dovere ma, in assenza di un’evidente convenienza economica, il rischio è che sia percepita dai cittadini come una truffa. Mi auguro che i colleghi amministratori, anche coloro che continuano a ricevere importanti finanziamenti a prescindere dai risultati, comprendano l’esigenza di modificare completamente la governance di questi fondi, nel nome di una visione più strategica che coinvolga anche la Provincia e consenta a quest’ultima di aiutare i Comuni a collaborare tra loro per un servizio più efficiente e meno costoso”.