Cibo scadente e genitori in rivolta nelle mense scolastiche. Non piace l’appalto da 5 milioni

Dussmann

Pasti immangiabili, nausee e per qualcuno anche conati di vomito e diarrea. Questi alcuni degli episodi capitati, secondo quanto affermano alcuni genitori, ai propri figli che frequentano le scuole elementari e materne del Comune di Formia. In particolare dell’istituto Dante Alighieri. L’inizio di questo anno scolastico, infatti, ha fatto registrare un serio problema alla qualità della fornitura nelle mense delle scuole di Formia. Da qualche giorno i genitori dei bambini stanno capendo come agire e mettere sotto accusa il servizio. I bambini lamentano di evitare di mangiare alcune delle pietanze servite perchè disgustose. Altri lamentano disturbi alimentari dopo aver mangiato. Così secondo la testimonianza di alcune madri, i genitori avrebbero concordato la richiesta di intervento dei Nas dei carabinieri, pare non ancora inoltrata. Nel frattempo sono stati messi al corrente da diversi giorni gli uffici comunali che dovrebbero controllare il corretto funzionamento del servizio e all’affidamento dell’appalto.

Ad occuparsi della fornitura di tutti i pasti è infatti la società vincitrice della gara, la tedesca DussMann (con sede legale a Milano), arrivata in graduatoria davanti alla locale Sodexo, alla Vivenda della quale ci siamo già occupati relativamente ad analoghi problemi avuti a Gaeta, e della Ep Spa, anche di questa ci siamo già occupati per le mense scolastiche a Gaeta. Un appalto da quasi 5 milioni di euro, per la precisione 4.774,039 euro. Una bella somma. Va precisato che ovviamente a fronte della spesa, salvo esenzioni o agevolazioni, i pasti vengono somministrati grazie ai ticket in vendita in blocchetti da 60 euro. Ogni pasto costa circa 3,5 euro.


La notizia è nota da qualche giorno anche all’amministrazione comunale, messa al corrente da alcune insegnanti, e che sulla vicenda non si è ancora espressa nonostante l’assessore Mariarita Manzo proprio questa mattina, lunedì, avrebbe atteso i pasti assieme ai bambini per accertarsi di quanto vanno affermando i genitori dei piccoli utenti. Un sopralluogo che sa di ispezione che secondo indiscrezioni non avrebbe avuto riscontri. I genitori intanto in attesa di ulteriori sviluppi o interventi risolutori della vertenza, hanno deciso in buona parte di non usare più i blocchetti per i pasti. Cucineranno ognuno per il proprio figlio, che porterà perciò il cibo da casa.