AGGIORNAMENTO – E’ stato preso poco fa, intorno alle 15 e 30, quello che potrebbe essere il killer autore dell’omicidio di Mario Piccolino. La squadra Mobile di Latina e gli agenti della squadra di Polizia Giudiziaria del commissariato di Formia sotto il coordinamento della Dda di Roma e della Questura di Latina ha fermato il sospettato a Castelforte. Si tratta di un imprenditore 59enne, che risponde al nome di Michele Rossi, incensurato, nel 2008 candidato alle elezioni amministrative con la Destra Formiana, nel 2004 con Fiamma Tricolore alle elezioni provinciali, nel 2003 sempre con Fiamma Tricolore ma alle amministrative, delegato al settore caccia del Comune di Formia nel 2002 giunta Miele.
Si tratta di un uomo residente comunque nel comprensorio del sudpontino, a Santi Cosma e Damiano, il che se fosse confermato avvalora la tesi della pista privata quale movente del delitto consumatosi il 29 maggio scorso nell’ufficio dell’avvocato 71enne di Formia, in via della Conca.
Infatti Rossi avrebbe avuto una controversia giudiziaria, nata a metà degli anni novanta, con un cliente dell’avvocato Piccolino relativamente alla proprietà di una grotta sull’isola di Ventotene.
IL CASO GIUDIZIARIO. La vicenda, se confermata, è relativa ad una guerra di proprietà. In sostanza Rossi, l’omicida, acquista nel 1993 una casa nella zona del porto a Ventotene, di dove tra l’altro è originaria la moglie. Contigua all’appartamento c’è una grotta come tante ce ne sono sull’isola, spesso alle spalle di case e negozi.
Questa grotta però è condivisa con la proprietà vicina, di Cristoforo Coraggio, zio del neo assessore dell’amministrazione comunale Daniele Coraggio, e non ha, come spesso capita, confini ben definiti. Non curante di ciò, però, Michele Rossi realizza nella piccola grotta, meno di 10 metri quadrati, un bagno di servizio per la propria abitazione. Da lì inizia la vicenda processuale, presso il tribunale di Perugia, nella quale a difendere Cristoforo Coraggio, contro l’abuso di Rossi, c’è proprio l’avvocato Piccolino. La causa viene persa da Rossi che viene obbligato dal Tribunale ad abbattere il bagno e ripristinare lo stato dei luoghi.
Come possiamo vedere dalla vicenda processuale seguita da Piccolino anche sul suo blog, con un post pubblicato a settembre scorso, a vicenda da tempo conclusa, quella controversia deve avere avuto anche violenti risvolti personali se a margine lo stesso avvocato fu accusato dalla controparte e indagato per oltraggio, diffamazione e insieme al suo assistito anche per calunnia (link articolo Freevillage settembre 2014).
DAL MINUTO 4.20 L’AVVOCATO MAGLIUZZI, NEL CORSO DELLA FIACCOLATA TENUTASI A FORMIA, PARLA DELLA VICENDA CHE POI CONDUSSE MARIO PICCOLINO IN TRIBUNALE A PERUGIA
AGGIORNAMENTO IL COMUNICATO DELLA QUESTURA DI LATINA
Alle prime ore di questo pomeriggio, la Polizia di Stato ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma nei confronti di:
ROSSI Michele, nato a Cellole (CE) il 24/03/1956, in quanto gravemente indiziato dei delitti di cui agli artt. 575, 577 n. 3 c.p, perché in Formia il 29/05/2015, agendo con premeditazione, mediante esplosione di un colpo di arma da fuoco all’indirizzo di Mario Piccolino, attingendolo alla testa ne cagionava il decesso e 10,12,14 L. 497/1974 e 61 n. 2 c.p., perché in Formia, agendo in epoca anteriore e prossima al 29 Maggio 2015, illegalmente deteneva e portava una pistola cal. 22 di tipo e modello non precisabile, al fine di eseguire il delitto di omicidio.
Il 29 maggio 2015, alle ore 17 circa, l’Avv. Mario Piccolino, mentre era nel suo studio in Formia, veniva raggiunto da un colpo di pistola di piccolo calibro alla testa, esploso da un soggetto presentatosi come cliente della vittima.
Le indagini, condotte dalle Squadre Mobili di Latina e di Roma in collaborazione col Commissariato di P.S. di Formia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, anche alla luce dell’impegno della vittima, che gestiva un sito internet attraverso il quale denunciava il malaffare e le infiltrazioni della criminalità organizzata in quel territorio, hanno preso spunto dalla descrizione sommaria del killer fatta, seppur in termini generici, da un soggetto presente all’interno dello studio al momento dell’omicidio.
Sulla base della descrizione fornita, dalla visione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso esercizi pubblici prossimi al luogo del delitto, in orari compatibili con lo stesso, è stato individuato un uomo compatibile con le caratteristiche fisiche segnalate.
Le ulteriori acquisizioni di immagini da altri sistemi di videosorveglianza installati nel parcheggio prossimo allo studio dell’Avvocato e lungo il percorso Formia-Minturno, hanno consentito di pedinare elettronicamente l’individuo genericamente indicato dal testimone, che è stato notato salire a bordo di un pick up ed intraprendere un tragitto lungo le vie di comunicazione di quella zona.
Le ulteriori immagini che ritraggono il pick up hanno consentito di rilevare la targa dello stesso ed attribuirne il possesso all’indagato.
Sulla base di quanto ricostruito, in occasione di una individuazione fotografica delegata dall’A.G. procedente, il testimone ha riconosciuto senza ombra di dubbio in Michele Rossi l’omicida dell’avvocato Mario Piccolino.
Le ulteriori indagini, hanno consentito di rilevare un collegamento tra il sospettato e la vittima.
Da uno studio dei fascicoli conservati nello studio dell’Avv. Piccolino, infatti, è emerso che quest’ultimo aveva avuto un acceso contenzioso con Michele Rossi, avendo rappresentato un privato in una procedura civilistica proprio contro Michele Rossi relativamente ad una causa per il possesso di una grotta, in realtà un’abitazione scavata nel tufo, sita a Ventotene.
Mentre la causa era ancora in corso Rossi aveva posto la grotta in comunicazione con un appartamento contiguo, già di sua proprietà, procedendo a lavori di ristrutturazione, evidenziando sicurezza su come sarebbe stata definita la lite giudiziaria.
La vicenda civile si concluse nel 2003 con sentenza della Cassazione che reintegrava gli assistiti dell’Avv. Piccolino nel possesso della grotta. La circostanza fin qui evidenziata si pone come ragionevole movente dell’omicidio in considerazione anche del fatto che la causa non si è svolta seguendo i normali schemi, ma è stata caratterizzata da una situazione di pesante attrito culminata in una denuncia penale che ha determinato un forte livore del Rossi nei confronti del Piccolino.
Che la vicenda avesse travalicato i limiti del normale contenzioso è dimostrato anche dal fatto che il 22 settembre 2014 l’Avv. Piccolino pubblicava sul suo blog Freevillage un pungente articolo che richiamava l’esito dell’intera vicenda processuale con precisi riferimenti proprio a Michele Rossi.
Gli Agenti operanti sono attualmente impegnati nell’esecuzione di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Roma.