Autorità portuale compra terreni per 14 milioni. Plusvalenze anomale. Indagano ministero e Anticorruzione

Autorità Portuale di Civitavecchia

“Falsi presupposti, Esorbitante valutazione dei beni, Truffa nei confronti dello Stato, Responsabilità per danno erariale”. Sono questi i reati per i quali il ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il probabile coinvolgimento della Procura, stanno procedendo con le attività investigative sull’operazione di acquisto e rivendita di terreni da parte dell’autorità portuale di Fiumicino – Civitavecchia – Gaeta (come riportato anche dal sito etrurianews). In sostanza tutto è partito con un esposto denuncia arrivato sui banchi del ministero oggi nelle mani di Delrio, ma anche su quelli dell’Anticorruzione e della Procura.

Sono 13 particelle per una superificie complessiva di oltre 100mila metri quadrati. Di questi tre sono terreni agricoli. Totale della spesa, Iva inclusa, 14 milioni di euro. Il 60 percento di questi terreni si trovano in zona industriale di Prg il resto in nuova zona per insediamenti produttivi. Ciò che viene segnalato nell’esposto e lascia profondamente perplessi, però, sono i valori della spesa completamente fuori mercato. Ora secondo una stima approssimativa un metro quadro in zona industriale a Civitavecchia costa circa 50 euro mentre in zona agricola circa 12. Con questa stima la cifra complessiva che viene fuori e di circa 3.700.000 euro. Ben lontani insomma dagli 11 (iva esclusa) di cui sopra spesi dall’autority.


Ma nell’esposto, che il ministero per conoscenza e per ottenere dati catastali, ha anche girato al Comune di Civitavecchia, viene raccontata un’altra circostanza che riguarda le enormi plusvalenze messe a segno da chi ha venduto i propri terreni all’autorità portuale, acquistandoli un anno prima. C’è il caso di un terreno acquistato a circa 900mila euro e rivenduto in circa un anno all’autority di Monti per 2.330.000 euro. Altra particella acquistata a 480mila euro e rivenduta, nuovamente nell’arco di un anno, a 1.730.000. Circa 4 volte tanto, ovvero il 400%. Quanti soldi per così tanta terra, ma per farci cosa? Va infatti detto, ancora, che dei terreni acquistati in zona industriale il piano particolareggiato è scaduto nel 2003 mentre in zona agricola la possibilità di nuovi insediamenti è scaduta nel dicembre scorso.

Insomma dopo la recente relazione della ragioneria dello Stato che ha di fatto messo in luce un sistema completamente clientelare “un sistema marcio, utilizzato come un bancomat oltre che un luogo dove regalare posti di lavoro ad amici e parenti, dove la legalità è un concetto totalmente sconosciuto. Un vero e proprio “poltronificio” made in Italy. Il classico carrozzone all’italiana, dove dispensare assunzioni, consulenze e incarichi esterni, così da trasformare un ente governativo in un ricettacolo di violazioni di legge, con sperperi vari di denaro pubblico, da convogliare a parenti e a figure dalle dubbie, quando inesistenti, o peggio inventate, competenze tecniche”. Ora arriva l’ennesima indagine conoscitiva sulle spese pazze dell’autority.