Dal Sistema Formia al Sistema Lollo, il “fallimento” di Paone e l’ombra della criminalità

L'ex pastificio Paone

Sistema Formia e Sistema Lollo. Sono due tra le maggiori inchieste giudiziarie che stanno scuotendo nelle fondamenta l’intero assetto giudiziario e politico della Provincia di Latina, tra la città capoluogo e il sud dell’area pontina, a Formia.

Comune di Formia
Comune di Formia

L’uno, quello che abbiamo ribattezzato Sistema Formia, è stato istruito dal sostituto procuratore della Repubblica di Latina Giuseppe Miliano, e vede coinvolti a vario titolo 20 soggetti tra politici, funzionari comunali, imprenditori, amministratori e cittadini, con le accuse di associazione a delinquere, concussione, abuso d’ufficio, peculato, falso e omissione d’atti d’ufficio.


Antonio Lollo
Antonio Lollo

L’altro, condotto congiuntamente dalle Procure di Latina e di Perugia, che procede per competenza nei reati commessi dalla magistratura laziale, ha portato all’arresto di nove persone, tra le quali l’ex giudice della sezione fallimentare del tribunale di Latina Antonio Lollo, coinvolti a vario titolo per corruzione, corruzione in atti giudiziari, concussione, induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, turbativa d’asta, falso, rivelazione di segreto e accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale.

Insomma un vero e proprio terremoto, politico e giudiziario. Eppure le due indagini hanno qualcosa in comune. Qualcosa che va al di là delle analogie, che pure di questi tempi sono piuttosto diffuse su tutto il territorio nazionale rispetto al dilagare della corruzione di politici e pubblici ufficiali in genere, e Formia e Latina non fanno eccezione in tal senso. Cio che accomuna le due indagini è la città di Formia, dove Lollo si è recato più volte. A Formia, infatti, esercita uno degli indagati per corruzione in atti giudiziari, dalle Procure di Latina e Perugia, ovvero il commercialista Raffaele Ranucci. In sostanza i commercialisti, secondo l’accusa, nel Sistema Lollo erano coloro i quali in cambio di denaro ottenevano gli incarichi per la gestione delle procedure fallimentari delle aziende. Quindi più ne fallivano e più c’era da guadagnare.

Raffaele Ranucci
Raffaele Ranucci

Il professionista formiano, ex assessore alle attività produttive del Comune di Formia durante la passata amministrazione comunale nella giunta Forte, secondo gli inquirenti, avrebbe promesso 12mila euro al giudice Lollo per ottenere in cambio gli incarichi fallimentari.

Nipaf e carabinieri alla Compagnia di Formia
Nipaf e carabinieri alla Compagnia di Formia

Ma oltre alla città, il Sistema Formia e il Sistema Lollo, hanno in comune anche un altro punto cruciale: l’ex pastificio Paone. Infatti i due sequestri che hanno bloccato la riconversione del polo industriale, da ex pastificio a centro commerciale, nel cuore della città, rappresentano l’origine, insieme ad un altro sequestro, quello dell’Aurora Immobiliare a Gianola, dell’inchiesta Sistema Formia.

Giuseppe Miliano
Giuseppe Miliano

Da queste due vicende il procuratore Miliano decide poi di accorpare tutto in un’unica inchiesta che testimonia fatti di altre vicende, associate per l’analogia del modus operandi in uso negli uffici del Comune di Formia. Pur non essendo oggetto di istanze fallimentari, il pastificio finisce nel mirino del giudice Lollo, che in un’intercettazione con il commercialista Marco Viola, anch’egli arrestato, afferma: “Mo stiamo cercando di vedere con Massimo (potrebbe riferirsi al commercialista Massimo Gatto, altro commercialista indagato) se riusciamo a portà Paone a Latina”. Risponde Viola: “Eh sì, Paone non è male”. Ancora Lollo: “Ma stai scherzando? Paone è più grande di Rizzardi.

E il pastificio pare essere un’ossessione anche per Raffaele Ranucci, che nel Sistema Formia non è indagato, pur essendo spesso presente, specie nelle conversazioni con l’ex consigliere comunale Totò Calvano, finite nelle intercettazioni della Procura, quando questi si oppone fortemente al processo di riqualificazione dell’ex opificio. Dubbi che puntualmente comunica proprio a Totò Calvano, e al quale riferisce tra l’11 e il 21 luglio del 2012, come riportato nelle intercettazioni, dapprima che sono due mesi e mezzo che aspetta una relazione della dirigente Stefania Della Notte relativamente alle licenze (paragrafo supermercato Todis) e poi in una successiva telefonata che è pronto ad andare dai carabinieri per denunciare irregolarità.

Ma è già dall’aprile del 2012 che Ranucci, a mezzo stampa, chiarisce la sua posizione sul pastificio, attaccando chiaramente Paone in un diplomatico ma diretto comunicato stampa dove afferma: “… Lo stesso Primo cittadino, nei giorni passati ha voluto pubblicamente ribadire la sua personale soddisfazione per la risoluzione di alcune problematiche alquanto complesse che hanno interessato l’iter urbanistico ed edilizio dell’ex sito produttivo e che tanta eco hanno avuto sulla stampa locale. Pur non nutrendo dubbi al riguardo ma solo per riaffermare con certezza la verità dei fatti ritengo che sarebbe opportuno e necessario che lo stesso consigliere Paone colga l’occasione dell’appuntamento consiliare di domani pomeriggio per chiarire ed illustrare il contenuto del suo intervento politico e lasciare indietro nei pensieri i se e i ma ed eventuali malevoli interpretazioni che potrebbero derivare da una prima superficiale lettura dell’articolo”.

C’è qualcosa che non convince Ranucci relativamente alle licenze commerciali: per lui la riconversione è illegittima e va bloccata. Eppure, al momento del suo contrattacco, diciamo così, sono passati già ben quattro anni da quando è stato rilasciato il permesso a costruire del 5 novembre del 2008, firmato proprio dalla Della Notte. Gli stessi che sono passati prima che qualcuno si facesse qualche domanda sulla procedura di riconversione avviata. E il primo è proprio Antonio Calvano, al quale Ranucci racconta delle sue pressanti richieste alla Della Notte sul pastificio. E Calvano conferma di aver fatto per primo, come membro della commissione urbanistica, l’accesso agli atti sul pastificio Paone, perchè riteneva che la pratica dovesse passare per la commissione urbanistica e il Consiglio comunale.

*Michele Forte e Stefania Della Notte*
*Michele Forte e Stefania Della Notte*

Insomma, quell’opera non si doveva fare. Qualcuno era contro. Chi? La Procura? Lollo? Ranucci? Calvano? A questo proposito va detto che Roberto Guratti, ex dirigente del Comune di Formia, ai tempi del sequestro è passato nel frattempo al settore urbanistica al posto della Della Notte, avviando una procedura per la revoca del permesso a costruire, appena una settimana prima del primo sequestro di carabinieri e Nipaf del 10 marzo del 2012. Coinvolti Stefano Paone (amministratore della ditta proprietaria – Domenico Paone fu Erasmo Spa – dell’ex pastificio), Stefania Della Notte (ex dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale e firmataria del permesso n°182/2008), Agostino Di Mille (progettista e direttore dei lavori del permesso a costruire n° 182/2008), Erasmo Picano (progettista e direttore dei lavori della variante architettonica – DIA n° 6539/2011), responsabili a vario titolo di violazioni alle leggi urbanistiche-abuso d’ufficio-falso, in atto pubblico commesso da Pubblico Ufficiale e falso ideologico.

Roberto Guratti
Roberto Guratti

Va inoltre aggiunto che riguardo al suo accesso agli atti sul pastificio, sarà poi Calvano che chiederà a Guratti cosa riferire ai carabinieri che nel frattempo stanno recandosi in Comune per fotocopiare gli atti sul pastificio, nel caso gli vengano chieste spiegazioni sulla sua richiesta di accesso agli atti. Come si legge nelle intercettazioni del Sistema Formia. Ma quindi, se fa una domanda del genere, allora vuol dire che la richiesta di accesso agli atti gli è stata suggerita da qualcuno. E da chi?

Erasmo Paone nel corso dell'intervista
Erasmo Paone nel corso dell’intervista

In un’altra intervista, rilasciata da Erasmo Paone, fratello dell’amministratore del pastificio Stefano, qualche tempo fa al nostro portale, questi fa chiaramente riferimento al fatto che “questo territorio è appetito da organizzazioni criminali. E noi ci siamo rivolti a ditte e professionisti locali”.

Stefano Paone
Stefano Paone

E già prima di lui fu proprio il fratello Stefano a gridare al complotto e a denunciare la presunta esistenza di un sistema di potere che voleva impossessarsi dell’opicio.

E allora un fallimento può arricchire anche qualche clan che fa speculazione edilizia? Non va dimenticato a tal proposito che Raffaele Ranucci, in qualità di commercialista, ha curato anche gli interessi dei fratelli Ascione, titolari dell’autorivendita Centro Formiano Fuoristrada sulla via Appia, arrestati dalla Guardia di Finanza, che ha sequestrato beni per 50 milioni di euro, perchè ritenuti membri di una vera e propria cellula camorristica autonoma del clan Mallardo (il processo di primo grado si è concluso con undici assoluzioni e una condanna)

Insomma in questo momento di grande confusione, le ombre e i sospetti che si profilano all’orizzonte sono così tanti che non permettono di avere una visione chiare delle cose. Certo è che molti fatti legati a questo territorio, da Formia a Latina, restano ancora sconsociuti, e solo pian piano, con grande fatica, e solo in alcuni casi, riescono ad arrivare all’opinione pubblica. Proprio a causa di coloro i quali sono deputati a garantire le istituzioni e la democrazia come giudici, politici o amministratori locali ma in questa storia appaiono invece come i primi portatori di illegalità.