Petcoke Intergroup al Ministero, ma non ci sono cittadini e comitati

Ancora un'immagine del deposito

Deciderà il ministero dello sviluppo economico se permettere a Intergroup di proseguire nello stoccaggio del petcoke a Sessa Aurunca oppure no. Il deposito della società spedizioniera Intergroup, che opera nel porto commerciale di Gaeta, non avrebbe mai potuto aprire nel Comune di Sessa Aurunca lungo la via Appia. Dopo circa 20 anni di attività e di dispersione del materiale dannoso per la salute nell’ambiente circostante, solo alcuni mesi il Comune di Sessa si è accorto che il deposito è completamente abusivo e non rispetta i parametri di deposito alimentare per il quale era stata concessa l’apertura, e ha così disposto la chiusura dei capannoni, confermata anche dal Tar Campania.

Domani il ministero deciderà nel merito del provvedimento, tuttavia all’incontro sono stati invitati a partecipare solo le parti in causa che hanno un comune interesse, e non saranno quindi presenti cittadini, associazioni e comitati che a lungo si sono battuti per far emergere la problematica ambientale. Parteciperanno all’incontro l’assessore all’ambiente della Regione Campania, dott. Romano, un responsabile dell’A.g.c. sviluppo economico settore regolazione mercati della Regione Campania; il sindaco di Sessa Aurunca, dott. Tommasino, il capo settore ambiente e assetto del territorio del Comune di Sessa, Pasquale Sarao, il responsabile per AssoCarboni, Rinaldo Sorgenti, l’Aitec, l’associazione italiana tecnico economica del cemento; l’amministratore delegato della Intergroup S.p.A., dott. Nicola Di Sarno.


Dal suo profilo Facebook, l’esponente dell’assemblea popolare del Golfo, che raccoglie una serie di associazioni e comitati ambientalisti e non nel sudpontino, Paola Villa, nel ricordare l’appuntamento di domani ha lanciato un appello: “Facciamo un appello a tutti i deputati e senatori affinchè le decisioni non vengano prese a porte chiuse, affinchè si portino al tavolo i dati sugli sversamenti di petcoke, sulle malattie cancerogene legate a questo prodotto di scarto del petrolio, sugli affari del cemento e la criminalità organizzata. Facciamo un appello a tutte le testate giornalistiche, i blog, e i mezzi di comunicazione affinchè non rimanga nel silenzio questo ennesimo furto di democrazia e partecipazione.