Fondi, il Pd contro l’intervento a Portone della Corte: “Variante al Prg mascherata”

Il Comune di Fondi

L’amministrazione De Meo l’ha presentato come una significativa opera di riordino del tessuto urbano, ma per il Partito democratico di Fondi si tratta semplicemente di una variante di fatto al Prg che strizza l’occhio ai privati. Nel segno del cemento.

Fa discutere, il programma integrato di intervento per la riqualificazione urbanistica nei pressi della chiesa di San Paolo, nel quartiere Portone della Corte. Uno dei punti approvati nel corso del consiglio del 30 marzo, col Comune che vedrà dalla controparte privata la cessione di una porzione dell’area in questione, dove l’ente provvederà a realizzare 4 parcheggi pubblici con marciapiedi e fogne, punti luce, un’area verde attrezzata e due raccordi stradali. In cambio, l’ok all’edificazione. Un “do ut des” che non piace ai consiglieri democrat Maria Civita Paparello, Luigi de Luca, Giancarlo Di Manno e Bruno Fiore.


“Non si è ben compreso quale fosse l’urgenza indifferibile per questa adozione, né pare opportuno e politicamente corretto che un consiglio comunale in scadenza adotti decisioni di varianti al Prg (perché di ciò trattasi) il cui iter richiederà anni e condizionerà il vivere sociale della città e imporrà scelte forzate alle prossime amministrazioni comunali. Del programma integrato, stando al comunicato del sindaco, viene pubblicizzata solo la destinazione dell’area che sarà ceduta al comune, sorvolando invece su quanto si permetterà ai privati di realizzare, in una zona destinata a verde e quindi inedificabile secondo il Piano Regolatore vigente.

Ci saranno nuove costruzioni private con l’obbligo da parte comunale di dotare l’area delle necessarie opere di urbanizzazione, con un aggravio di spesa per le casse comunali già poco floride. Nuove costruzioni private, con il conseguente aumento dei vani abitabili che vanno ad aggiungersi a quelli già sovrabbondanti, disponibili attualmente nel centro cittadino. Proliferati rispetto alle previsioni del Prg, in parte regolarizzati dalle varie sanatorie, comunque sovrabbondanti rispetto alle necessità abitative.  Le abitazioni  attualmente edificate possono ospitare circa 70.000 abitanti contro i 38.000 residenti. In una città in cui gli standard urbanistici sono ridotti ai minimi termini e non c’è un parco cittadino degno di questo nome, si continua a favorire procedure che di fatto consumano ancora territorio con cementificazioni a danno dei cittadini tutti e a vantaggio solo di qualcuno.  Una zona destinata a verde privato all’interno di un nucleo urbano fittamente edificato attraverso la procedura del Print diventa di fatto edificabile. Come se non fosse bastato eliminare le ultime aree verdi del centro cittadino con la costruzione del Municipio e la cosiddetta riqualificazione di Piazza De Gasperi.

Chiunque, poi, si sentirebbe autorizzato a trattare con l’amministrazione comunale, anzi con la  maggioranza, scambi di questo tipo: scorciatoie al Prg mascherate come ‘riqualificazioni’,  con l’inevitabile conseguenza di perpetrare uno scempio autorizzato di consumo di territorio nella nostra città.

La ‘riqualificazione’ non passa attraverso la cementificazione e l’aggravio del carico abitativo, bensì attraverso una forte riduzione dell’edificazione indiscriminata e selvaggia, con conseguente reperimento di aree a destinazione pubblica per dotare l’agglomerato urbano dei necessari servizi ed attrezzature atti a garantire un vivere ordinato, civile e a migliorare la qualità della vita dei cittadini tutti, non solo di alcuni.

Edilizia non basata sul consumo di territorio, bensì sul recupero e la valorizzazione dell’esistente. In primo luogo recupero del centro storico, vera opportunità per l’edilizia locale, per il rilancio turistico del paese e al contempo risorsa per l’intera città”.