L’arresto di Salvatore D’Angiò, una faida che voleva chiudere con il tritolo

Una vendetta in casa. Quel chilo di tritolo in viaggio da Bari per conto di Salvatore D’Angiò, il 44enne commerciante ortofrutticolo fondano residente in Spagna arrestato a Barcellona il 25 febbraio, era diretto a Fondi per risolvere col terrore una faida in famiglia in atto da diverso tempo, nata per motivi economici.

Arrestato in Spagna Salvatore D’Angiò, progettò un attentato a Fondi
Il tritolo sequestrato ad agosto 2014

A saltare per prima in aria – “poteva essere una strage”, hanno ripetuto dalla Guardia di Finanza – doveva essere l’azienda del cognato. Secondo le ricostruzioni, l’oggetto dell’attentato sventato ad agosto dai militari del Gico – che il presunto mandante, D’Angiò, voleva reiterare – era proprio la Italcarote, l’avviata attività di import-export del marito di una delle sorelle. Una famiglia numerosa – otto tra fratelli e sorelle, sparsi tra Fondi, Milano e la penisola iberica – ed in cui da qualche anno sembra non correre buon sangue.


Al centro delle diatribe, anche questioni di spartizione. Su cui potrebbe essersi innestato qualcosa che gli investigatori stanno ancora cercando di identificare, sempre inerente questioni economiche. Sono stati i soldi, insieme ai sostenuti torti subiti, ad aver portato Salvatore D’Angiò a decidere per una punizione esemplare a quella parte di famiglia con cui era entrato in collisione. E forse non solo.

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I cinque arrestati

“E allora cominciamo da lui e poi cominciamo da un altro e poi da un altro…”, dice tra le altre cose il 44enne di Fondi in un’intercettazione col fidato complice di Molfetta, Corrado D’Agostino, in manette quest’estate assieme a tre stranieri assoldati come manovalanza. Quali, gli altri potenziali obiettivi? A Fondi o in Puglia? Fiamme gialle di Bari e Procura di Trani indagano. Come del resto gli investigatori pontini hanno indagato su vari episodi in qualche modo riconducibili alla “faida”.

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Il camion in fiamme nel dicembre 2013

Un paio di anni fa, nel piazzale di uno dei magazzini delle sorelle di Salvatore D’Angiò vennero dati alle fiamme alcuni “bins”. A dicembre 2013, in via Madonna delle Grazie, il fuoco andò a distruggere un camion della famiglia.

Il negozio assaltato a ottobre
Il negozio assaltato a ottobre 2014

Ad ottobre scorso, poi, un altro fatto che ha interessato le forze dell’ordine: un raid punitivo presso un minimarket messo in atto a Formia, in pieno giorno. Mazze, coltelli, vetrine distrutte, violente percosse ad un giovane, minacciato con una pistola che però non venne mai mostrata. Era un D’Angiò. Come pure il mandante.

A quanto pare lo stesso Salvatore, che dalla Spagna, incurante del blitz estivo della finanza, continuava a dettare ordini.