Far west a Formia, raid punitivo da Fondi in una frutteria. Spuntano mazze e coltelli

"L'alimentari 'La Meridiana' in via Ferrucci, luogo dell'agressione"
“L’alimentari ‘La Meridiana’ in via Ferrucci, luogo dell’agressione”

AGGIORNAMENTO – Scene da far west in pieno giorno in via Ferrucci a Formia. Tutto è accaduto quando erano circa le 10 del mattino di ieri, davanti agli occhi di molti passanti e residenti della zona, presso il minimarket “La Meridiana”, posto all’incrocio tra via Ferrucci e via Padre Martino. Sei uomini, di cui due di pelle scura, secondo le prime indiscrezioni, sono giunti a bordo di un’auto nera tipo Suv Audi Q8 nei pressi dell’alimentari. Quattro di loro sono scesi e hanno iniziato un vero e proprio raid puntivo, distruggendo le vetrine del negozio, mandando in frantumi il lunotto posteriore dell’auto del neo proprietario, una mercedes, e poi tentando di aggredire il negoziante.

"Il vuoto lasciato dalla vetrina distrutta"
“Il vuoto lasciato dalla vetrina distrutta”

L’uomo, però, nel frattempo si è armato di un grosso coltello, invitando a voce alta i suoi aggressori “a farsi avanti”. Questi, però, dopo aver portato a termine il blitz, sono risaliti in corsa a bordo del Suv di grossa cilindrata che nel frattempo è ripartito, con le portiere ancora aperte, proseguendo la propria fuga sulla salita di via Padre Martino in direzione via Madonna di Ponza. A quel punto il negoziante vittima dell’aggressione è salito a bordo della propria auto cercando di raggiungere i suoi aggressori, percorrendo però via Rotabile, con la speranza forse di incrociarli nei pressi del ponte della ferrovia, dove le strade si ricongiungono.


"Il commissariato di Formia"
“Il commissariato di Formia”

I curiosi e i passanti presenti sul posto, dove ci sono molte altre attività commerciali, allibiti da ciò che era appena successo, hanno allertato la polizia del commissariato di Formia, giunta immediatamente sul luogo della violenza, che ha cercato di mettersi sulle tracce dei fuggitivi. Ancora sconosciuti i motivi dell’aggressione, sui quali gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza. A questo proposito va precisato che l’attività commerciale, in particolar modo ad uso frutteria, ha avuto nel giro di pochi mesi ben tre cambi di proprietà, e quello attuale è subentrato ad appena un mese dal suo predecessore.

*Il Mercato Ortofrutticolo di Fondi*
*Il Mercato Ortofrutticolo di Fondi*

Vittima e carnefice dell’aggressione sono due esponenti della famiglia D’Angiò, da molti anni nel commercio dell’ortofrutta, uno attuale proprietario del minimarket che ancora reca la dicitura della passata proprietà, “La Meridiana”, e appunto vittima dell’aggressione, l’altro autore del blitz, ma residente nel Comune di Fondi, da dove è partito con altre persone per portare a termine la violenta spedizione. Di quanto accaduto, infatti, è stato anche immediatamente allertato, dalla polizia di Formia, il commissariato di Fondi. Proprio a Fondi, infatti, presso il Mof, il mercato ortofrutticolo fondano, operano alcune ditte legate ai protagonisti della vicenda. La vittima dell’aggressione ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Dono Svizzero di Formia per alcune ferite alla mano.

 

Non solo ortofrutta, l’ “Impero Romano” di Gennaro D’Angiò

di Adriano Pagano

"Litorale di Vindicio"
“Litorale di Vindicio”

Non c’è solo il settore dell’ortofrutta negli affari della famiglia D’Angiò. Infatti, per quanto riguarda Formia solo recentemente Gennaro D’Angio, insieme ad alcuni professionisti ed amministratori comunali, è finito in un’inchiesta dei carabinieri del locale comando relativamente alla vicenda Impero Romano. Si tratta di una serie di affidamenti diretti per un importo complessivo di circa 60mila euro, elargiti alla ditta di pulizia delle spiagge di cui è titolare la moglie di D’Angiò.

"Il comando dei carabinieri di Formia"
“Il comando dei carabinieri di Formia”

Ciò contravvenendo alle normative vigenti sugli appalti e in particolare sugli affidamenti diretti, che possono essere riconosciuti solo per importi fino a 40mila euro, mentre per cifre maggiori va fatto invece ricorso alla gara d’appalto. Una prescrizione che l’amministrazione comunale è riuscita a bypassare di proroga in proroga, per ben quattro volte. Da qui l’apertura dell’indagine da parte dei militari dell’Arma e della Procura. Anche perché in tutto questo va ricordato che la società Impero Romano, è nata il 13 giugno del 2013, poche settimane dopo la vittoria dell’attuale sindaco Bartolomeo alle elezioni comunali, mentre appena cinque giorni dopo, il 18, è stato portato a termine il primo affidamento diretto.

"Il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo"
“Il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo”

Certo c’era l’urgenza dell’estate già iniziata, con la relativa emergenza della pulizia spiagge. Eppure era stata proprio la politica a gridare allo scandalo, parlando di “cambiale elettorale” del sindaco con note stampa del movimento civico “Un’altra città” e dell’Udc. Questo perché proprio D’Angio era stato tra i più assidui sostenitori di Bartolomeo in campagna elettorale. Un’accusa rispedita al mittente proprio da Gennaro D’Angiò che in un altro comunicato stampa ha replicato: ” … in Procura a Cassino non risulta iscritto, ad oggi (23 aprile 2014, ndr), alcun fascicolo di indagine a carico dei sottoscritti. Precisiamo che siamo stati contattati e incaricati dal Comune di Formia nel mese di giugno (2013, ndr), di effettuare urgentemente la pulizia degli arenili, in considerazione del fatto che per diversi anni abbiamo provveduto a pulire gli arenili per conto del Comune”.

Richiesta di precisazione – 08 ottobre 2014 – In riferimento al passaggio di cui sopra, relativo alla vicenda “Impero Romano”, che sottoliniamo nulla ha a che vedere con quanto accaduto alla frutteria ‘La Meridiana’ nella mattinata di martedì, Gennaro D’angiò tiene a precisare che egli non è in alcun modo coinvolto nell’aggressione di via Ferrucci, essendone totalmente estraneo e avendo con i protagonisti esclusivamente un rapporto di parentela. Aggiungendo inoltre che l’indagine sulla impero Romano che lo vede coinvolto, sulla quale dovrà fare chiarezza la magistratura, non ha nulla a che vedere con quanto accaduto alla frutteria di via Ferrucci.

 

Dissapori di famiglia, i precedenti

di Mirko Macaro

Una famiglia di imprenditori dell’ortofrutta numerosa e molto conosciuta, quella dei D’Angiò, che risalendo la penisola ha ormai da anni messo salde radici nel sud pontino, tanto dal punto di vista personale quanto da quello commerciale.

*Il camion dei D'Angiò*
*Il camion dei D’Angiò*

Nei mesi scorsi, nella Piana, un episodio tuttora dai contorni poco chiari, che vide indirettamente alcuni dei suoi componenti nei panni delle vittime. Un paio di notti prima di Natale, il ramo dei D’Angiò stanziato a Fondi giunse infatti agli onori delle cronache per via di un rogo che distrusse completamente il camion di una delle ditte di famiglia.

Parcheggiato nel piazzale antistante la palazzina in cui è incastonato lo stand di via Madonna delle Grazie, a non molta distanza dal Mof, il mezzo venne avvolto da improvvise lingue di fuoco che, per velocità e forza, nonostante in sede di intervento e bonifica non fossero stati rinvenuti inneschi di sorta, portarono carabinieri e vigili del fuoco a propendere con una certa decisione per un’origine dolosa.

Con gli investigatori che arrivarono ad ipotizzare, tra le varie piste vagliate a caldo, risoltesi in mancanza di elementi concreti in un nulla di fatto, un’intimidazione legata a qualche dissidio di natura economica, a livello strettamente commerciale oppure riconducibile allo stesso ambito familiare.

Dal commercio di ortofrutta al traffico di stupefacenti

di Clemente Pistilli

"La sede del Gruppo Guardia di Finanza di Formia"
“La sede del Gruppo Guardia di Finanza di Formia”

Il commercio di ortofrutta a Fondi è da anni caratterizzato dalle attività della famiglia D’Angiò. Da altrettanto tempo, però, diversi componenti di quella stessa famiglia agli affari con zucchine e pesche ne hanno affiancati altri, tanto in Italia quanto all’estero, droga in primis, che a più riprese hanno fatto intervenire l’Antimafia. Nel 1999 Salvatore D’Angiò incappò in un’indagine portata avanti dalla Guardia di finanza di Formia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, su un imponente traffico di hashish tra la Spagna e l’Italia. E proprio nella penisola iberica i fondani hanno trasferito parte dei loro interessi. Business. Imprenditoria. All’apparenza. Ma sotto sotto, secondo gli investigatori, una base per mediare ricche partite di sostanze stupefacenti.

dia antimafiaPassano sette anni e i D’Angiò balzano nuovamente agli onori delle cronache e sempre per traffico di droga. Questa volta si parla di cocaina e la mediazione dei fondani non sarebbe stata per criminali comuni, ma per il clan Rinzivillo, di Cosa Nostra. L’inchiesta viene portata avanti dai carabinieri di Gela e seguita dalla Dda di Caltanissetta, che spicca due mandati di cattura, uno per Salvatore, all’epoca 25 enne, residente in Spagna, e l’altro per Patrizio, 29 anni, residente a Milano. Un’indagine denominata “Tagli pregiati”, che darà vita a un lungo e tormentato processo.

L'ex ministro Roberto Maroni
L’ex ministro Roberto Maroni

Il business dei D’Angiò sembra così estendersi da Fondi alla Spagna, passando per il Nord Italia. E proprio qui la Lega arriva a chiedere l’intervento dell’allora ministro dell’interno Roberto Maroni, puntando il dito contro i tanti affari dei fondani nel ferrarese, dove hanno acquistato ettari ed ettari di terra. Vicenda esplosa con l’omicidio di un romeno, all’interno di una delle loro aziende agricole, ad opera di un connazionale, a Portomaggiore. Il resto è storia recente, in larga parte pontina.