GAETA, ITALCRAFT: PACE FATTA CON L'AUTORITÀ PORTUALE. IL TRIBUNALE DI LATINA INTANTO RIGETTA UN'ISTANZA DI FALLIMENTO

Nel tira e molla che ormai da mesi lascia sul filo di lana le maestranze e la proprietà dell’Italcraft di Gaeta, ad eventi che sembrano dare la mazzata definitiva all’azienda, ne arrivano poi degli altri che aprono spiragli di fiducia per la sopravvivenza produttiva. E gli ultimi due di questi segnali in ordine di tempo sono arrivati ieri e in questo caso sono stati accolti positivamente.

Perché anzitutto il Tribunale di Latina ha rigettato l’istanza di fallimento che era stata avanzata dalla ditta Tecnoresina di Franco Siano difeso dall’avvocato Angeloni, lo stesso legale che aveva rappresentato il Consind nella vertenza giudiziaria che aveva opposto il consorzio all’Italcraft nel contestarne la validità della concessione demaniale. Una decisione ben accolta, anche se non dirimente quanto quella attesa dalla sentenza della Corte di appello di Roma del prossimo 28 febbraio sull’omologazione del concordato, un atto necessario all’ingresso della nuova proprietà e della continuazione della vita produttiva del sito anche in virtù degli impegni presi dalla Bluefin sul completo reintegro dell’organico. Insomma si attende fiduciosi più che altro quella sentenza.


Ma intanto un ulteriore tassello apparentemente molto complicato da inserire nel controverso mosaico che porta alla salvezza del sodalizio industriale nautico è stato messo al posto desiderato dai lavoratori e dalla proprietà. Infatti proprio l’autorità portuale che nelle ultime settimane sembrava aver messo il bastone tra le ruote all’Italcraft, con una serie di eccezioni sollevate nel merito di investimenti economici da intraprendere da parte dell’azienda, pena la decadenza del titolo concessorio, sembra aver cambiato idea.

Infatti ieri è stata notificata alla proprietà una comunicazione ufficiale della sezione gaetana dell’autority con la quale questa concede una proroga di sei mesi per effettuare quegli investimenti richiesti per la messa in sicurezza, la manutenzione strutturale e l’adeguamento del sito produttivo destinato ad attività cantieristiche nautiche e navali. Un periodo di tempo che addirittura con una serie di proteste e manifestazioni le maestranze, le sigle sindacali e la proprietà, congiuntamente in agitazione, hanno rivendicato recentemente in più di un’occasione.

Perché dopo un impegno molto esoso dal punto di vista finanziario per arrivare al completo reintegro dopo la fine della cassaintegrazione di tutte le 46 maestranze per almeno due anni, avere una proroga significa avere tempo per iniziare il ciclo produttivo. Sempre Corte di appello permettendo.

Ma questo significa che la Bluefin di Fabrizio Perrozzi e Friederike Demski avrebbe a disposizione, dopo aver ottemperato gli oneri ai creditori dopo l’approvazione del concordato preventivo, un periodo di tempo per iniziare a lavorare sulle imbarcazioni in linea e agli interventi di rimessaggi, sancendo così a tutti gli effetti la ripresa del ciclo produttivo e quindi finanziario.