FORMIA, COMITATO DI LOTTA CONTRO ACQUALATINA: “CITTADINI DI SERIE A, B E Z”

Con la lettura della comunicazione prot. n. 2012O-39111 abbiamo scoperto che per Acqualatina esistono cittadini di serie A, cittadini di serie B e cittadini serie Z. Ai primi appartengono quelli che potranno approvvigionarsi recandosi presso le autobotti che stazionano, in maniera permanente, presso Largo D.Paone, Piazza S.Erasmo e Via Olivastro Spaventola. Ai secondi appartengono, invece, i cittadini che abitano a Castellonorato, Trivio, Maranola e Scacciagalline, che verranno serviti da un autobotte itinerante che sosterrà 2 ore in ogni frazione. Infine esiste una terza categoria di cittadini, quelli di serie Z, che abitano nelle frazioni di Gianola, S.Janni, Acquatraversa, San Giulio e San Pietro, che dovranno arrangiarsi perché per loro non è stato previsto nessun servizio sostitutivo, a meno che non si pensi che questi ultimi possono utilizzare, anche per uso domestico, acqua con aggiunta di terriccio ed altri corpi galleggianti non ben identificati. Probabilmente Acqualatina, avvisata da qualcuno, decide, con un secondo comunicato, che i cittadini di serie B e di serie Z, possono essere considerati portatori degli stessi diritti e le autobotti diventano due, ma sempre itineranti, cioè il cittadino, che si suppone essere nullafacente, deve stare alla finestra a guardare se passa l’autobotte.

Peccato che sfortunatamente i cittadini di serie B e di serie Z debbano pagare l’acqua come quelli di serie A , non godendo degli stessi privilegi.


Un trattamento da cittadini di serie inferiore che è da sempre praticato da Acqualatina nei confronti degli abitanti dei quartieri della periferici, che sono stati privati, ogni qualvolta si è reso necessario dai frequenti fenomeni di torbidità e di siccità, della possibilità di poter utilizzare il servizio sostitutivo che da contratto deve essere fornito dalla Formia soccorso srl con sede in via castagneto. Un appalto vinto dalla società formiana di 400mila euro annui (durata triennale).

La CARTA DEI SERVIZI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO all’articolo 4.2.2, infatti, obbliga, in caso di cause di forza maggiore la stessa Acqualatina a predisporre piani di distribuzione alternativa di acqua potabile, mediante sacchetti d’acqua preconfezionati o autobotti, con il coinvolgimento delle competenti autorità, per cui nel caso in cui non siano state fornite autobotti, doveva essere attivato un servizio di distribuzione alternativo, ma niente di tutto ciò è avvenuto.

La stessa CARTA DEI SERVIZI DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO all’articolo 2.1.1, prevede che “il gestore assume l’obbligo di conformare il proprio comportamento, nei confronti degli utenti, a criteri di uguaglianza, obiettività, giustizia ed imparzialità”, quindi niente figli e figliastri.

Ora si tratta di capire quali sono state le omissioni da parte degli organi di controllo. Noi suggeriamo delle ipotesi e sfortunatamente l’elenco è lungo: La segreteria tecnico-operativo, guidata fino a qualche mesa fa dall’ingegner Giovanetti che deve provvedere a controllare che il gestore idrico ottemperi a quanto previsto dal contrattto; il sindaco di Formia che secondo l’art. 50 del D. Lgs. n. 267/2000 adotta le ordinanze contingibili e urgenti in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, quindi avrebbe potuto, e dovuto, obbligare Acqualatina ad intervenire; l’assemblea dei sindaci dell’ATO4 presieduta dal presidente della provincia di Latina Armando Cusani, che ha i poteri per sanzionare Acqualatina, imponendole di espletare un servizio degno di questo nome, arrivando addirittura nei casi più gravi alla risoluzione del contratto ; le associazioni dei consumatori; l’autorità giudiziaria e la prefettura di Latina che più volte da noi sollecitate ad intervenire per tutelare la cittadinanza hanno tenuto un atteggiamento omissivo.

Un contratto dove i doveri prevalgono rispetto ai diritti e che tra l’altro sembra valido solo quando Acqualatina vuole scucire dalle nostre tasche il denaro per il pagamento delle bollette, anche con metodi “sopra le righe”, come ad esempio l’uso delle cartelle esattoriali per tramite di Equitalia, che i tribunali hanno giudicato illegittimi, perché Acqualatina non aveva i titoli esecutivi per utilizzarle.

Un rimprovero lo dobbiamo anche ai cittadini medesimi che non hanno mai sbattuto i pugni sul tavolo per pretendere il rispetto dei propri diritti, soprattutto dopo la vittoria dei due referendum (12 e 13 giugno 2011) con i quali gli italiani abbiamo indicato alla politica che la strada da seguire per la gestione del servizio idrico era il ritorno ad una gestione completamente pubblica.

La nostra domanda, e la terminiamo qui per non annoiare i lettori, è fino a quando i cittadini di serie B e Z sopporteranno in silenzio,un trattamento del genere.